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Alfa Romeo 164 1987-1998
Alfa Romeo 164
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Costruttore: Alfa Romeo Descrizione generale Tipo Berlina Inizio produzione 1987 Sostituisce la: Alfa Romeo 90 Fine produzione 1998 Sostituita da: Alfa Romeo 166 Esemplari prodotti 273.857 Altre caratteristiche Dimensioni e pesi Lunghezza da 4.560 a 4.670 mm Larghezza 1.760 mm Altezza 1.400 mm Passo 2.660 mm Peso da 1.200 a 1.510 kg Altro Altre versioni Assemblaggio: Arese (MI) Progetto Design Enrico Fumia Pininfarina Altre antenate Alfa 6 Altre eredi Alfa Romeo 166 Della stessa famiglia Fiat Croma Lancia Thema Saab 9000 Concorrenti Audi 100 e A6 BMW Serie 5 Citroën XM Mercedes-Benz Classe E Peugeot 605 Saab 9000 Volvo 740 L'Alfa Romeo 164 è una vettura Alfa Romeo prodotta dall'1987 al 1998 nello stabilimento di Arese. Ideata come erede delle Alfa 6 e dell'Alfa 90 quale ammiraglia della produzione della casa milanese. Il modello cedette, dopo dieci anni di produzione e 273.857 esemplari prodotti, il passo all'Alfa 166. Descrizione L'uscita sul mercato della Alfa Romeo 164 è stata in forse fino all'ultimo momento, poiché lo sviluppo era stato iniziato sotto la gestione IRI sin dai primi anni 80' , e l'acquisizione dell'Alfa Romeo da parte di FIAT ha fatto temere che la nuova proprietà non volesse far uscire un modello che si sarebbe posto in diretta concorrenza con l'altra ammiraglia del gruppo, la Lancia Thema. Presentata nel 1987, è stato un modello fondamentale per l'Alfa Romeo. Disegnata da Pininfarina, venne sviluppata sullo stesso pianale utilizzato per Fiat Croma, Lancia Thema e Saab 9000. L'Alfa Romeo 164 presentava una caratterizzazione stilistica molto marcata, a differenza di Croma, Thema e 9000 che invece adottano il medesimo giro-porte. La linea a cuneo riuscì a farle raggiungere un coefficiente di penetrazione aerodinamica di 0,30cx, il migliore della categoria. Internamente presentava un abitacolo ampio e confortevole, caratterizzato da un design molto moderno quasi avanguardista, specie per quanto riguarda la consolle centrale che presentava ordinati decine di pulsanti e vari display digitali, oltre alle miriadi di tasti disposti nell'abitacolo. Anche il bagagliaio era molto ampio con i suoi 540 litri di capienza. Come dotazioni era possibile avere anche sedili elettrici riscaldabili con memoria (sia anteriori che posteriori), climatizzatore completamente automatico, interni in pelle, specchietto fotocromatico, lavafari a scomparsa, sospensioni con taratura regolabile elettronicamente ecc. ed esteriormente delle appendici aerodinamiche dedicate come spoiler posteriore e minigonne. Fu il primo modello di alta gamma della casa a trazione anteriore. I punti forti di questa ammiraglia erano l'abitabilità e le dotazioni, ma in particolare le prestazioni. Quadro strumenti Gli interni sono caratterizzati da sedili che possono essere in pelle o in velluto, comodi, avvolgenti e anatomici, con regolazione livello altezza, regolazione schienale, movimento longitudinale della poltrona e supporto lombare su alcune versioni. Particolare dell'interno di questa ammiraglia è la consolle tipica centrale con innumerevoli tasti disposti razionalmente comprendente: controlli climatizzatore automatico, direzione e flusso dell'aria, fendinebbia posteriori e anteriori, luci di emergenza, apertura baule, apertura tappo carburante e regolazione sospensioni elettroniche su alcune versioni. Inoltre vi erano dei display digitali, più ampi e funzionali nelle versioni post 92. Al di sotto troviamo il vano porta radio ed il vano "fumo" (entrambi con apertura assistita) proseguendo abbiamo la leva del cambio a richiesta automatico su alcune vesioni, e la consolle cristalli che comprendi i tasti per i vetri anteriori e posteriori, tasto scorrimento continuo vetro anteriore sinistro, chiusura centralizzata, bloccaggio sicurezza bambini finestrini posteriori, apertura tettuccio elettrico (ove previsto). Pannello comandi Dopo i tasti elettrici vi è un piccolo vano portaoggetti, il portamonete e alla fine del canale centrale, vi un altro vano portaoggetti con sportellino e l'accendisigari posteriore illuminato. Posteriormente era prevista come optional la consolle per il comando delle regolazioni elettriche dei sedili posteriori. Davanti al passeggero abbiamo il vano portaoggetti molto ampio e dotato di luce di cortesia. Il quadro strumenti comprende: contagiri, tachimetro e contachilometri, una serie di spie che si estendono orizzontalmente per tutto il quadro e, al di sotto, indicatore voltaggio batteria (o turbo) pressione olio, temperatura acqua e livello benzina. Il volante è regolabile sia in altezza che in profondità. L'abitacolo interno è dotato di bracciolo anteriore e posteriore, gli interni sono disegnati e assemblati con cura. Restyling Durante i dieci anni in cui la 164 restò in catalogo ci furono due principali restyling. Il primo avvenne nel 1990 e riguardò alcuni particolari interni, dai rivestimenti, ad alcuni dettagli come pulsanti del tunnel centrale fino alla nuova gestione del climatizzatore. Dal punto di vista tecnico vennero migliorate le sospensioni e l'assetto venne abbassato di 3cm. Verso la fine del 1992 ci fu il restyling più noto. Riguardò in modo importante gli interni, dai pannelli porta alla consolle centrale ed altro; i gruppi ottici anteriori e posteriori e, per quanto riguarda le versioni denominate "Super", l'adozione di paraurti dalle forme molto generose contornati da un bordo cromato. Motorizzazioni Il propulsore base tra le motorizzazioni a benzina era il 2 litri Twin Spark bialbero, per chiudere con il 3.0 V6 12v da 192cv comunemente chiamato "Busso" dal progettista che l'ha ideato, Giuseppe Busso. L'anno successivo alla presentazione fu presentato anche il 2.0 4c di derivazione Lancia, sovralimentato da turbina T3 con dispositivo overboost e raffreddato da intercooler. Nel 1990 il 3.0 12v fu portato a 200cv e dedicato alla versione Quadrifoglio. Nel 1991 ci fu un rilevante salto prestazionale e tecnologico con l'entrata in produzione dell'innovativo 2.0 V6 Turbo. Questo propulsore era derivato dal 3.0 V6, era in alluminio e completamente gestito elettronicamente, sovralimentato inizialmente da una turbina Mitsubishi TD05H dotata di dispositivo overboost e raffreddata da intercooler, lo stesso della Lancia HF Evoluzione. La potenza era di 210cv continuativi e grazie al dispositivo di sovrapressione del turbo, la potenza per un tempo di circa 30 secondi poteva arrivare ben oltre i 240cv e portando la coppia a 30.6 kgm,. La 164 già universalmente conosciuta per le sue alte prestazioni poté inoltre entrare nella ristretta nicchia delle auto in grado di sfiorare i 250 km/h già a quei tempi. Divenne l'Alfa Romeo stradale dalle prestazioni più elevate. Nel 1992 l'Alfa mise in produzione i nuovi 3.0 V6 24v inizialmente con potenza da 210cv. Il V6 Turbo venne leggermente depotenziato sulla carta (motivi di marketing) per non sovrapporsi in catalogo alle versioni 3 litri, anche se preservava comunque degli spunti prestazionali superiori all'aspirato, nonostante il turbocompressore fu sostituito con una "più piccolo" Garret T25 che per raggiungere picchi simili in overboost doveva girare a pressioni più elevate e fu ridimensionato anche l'intercooler. In seguito, la volontà dei vertici divenne quella di proseguire nella direzione dei motori aspirati in quanto la tassazione italiana dell'IVA (che gravava al 38% le auto superiori a 2 litri) venne unificata per tutte le cilindrate al 20%, inoltre i propulsori turbo compressi richiedono costi superiori di componentistica. Nel 1993 arrivò l'evoluzione del 3.0 24v portato a 230cv che consentiva una velocità massima di 245 km/h. Nello stesso anno arrivò anche la versione integrale. Le ottime prestazioni dell'ammiraglia italiana erano accompagnate da un'elevata tenuta di strada, caratteristica che ha sempre distinto le auto del biscione Per quanto riguarda i motori diesel, erano quelli forniti dalla VM Motori. Elenco modelli [modifica] Benzina [modifica] Modello Motore Cilindrata Potenza Coppia 0-100 km/h, s Velocità Anni produzione 2.0 T.Spark 8v 4 cil. in linea 1962 cc 108 kW (148 CV) 187 Nm (138 ft.lbf) @ 4700 rpm 9.2 215 1987-1989 2.0 T.Spark 8v (cat) 4 cil. in linea 1962 cc 106 kW (144 CV) 187 Nm (138 ft.lbf) @ 4700 rpm 9.9 210 1990-1992 2.0 TS 8v 4 cil. in linea 1962 cc 106 kW (144 CV) 193 Nm (144 ft.lbf) @ 5000 rpm 9.9 210 1992-1995 2.0 TS Super 8v 4 cil. in linea 1995 cc 106 kW (146 CV) 187 Nm (138 ft.lbf) @ 5000 rpm 9.9 210 1992-1997 2.0 Turbo 8v 4 cil. in linea 1995 cc 129 kW (175 CV + overboost) 265 Nm (195 ft.lbf) @ 2500 rpm 7.2 +225 1988-1991 2.0 V6 Turbo V6 1997 cc 154 kW (210 CV + overboost) 306 Nm (226 ft•lbf) @ 2750 rpm 7.2 +240 1991-1992 3.0 V6 12v V6 2959 cc 141 kW (192 CV) 261 Nm (192 ft.lbf) @ 4900 rpm 7.6 +230 1987-1989 3.0 V6 12v (cat) V6 2959 cc 135 kW (184 CV) 261 Nm (192 ft.lbf) @ 4900 rpm 8.1 230 1990-1992 2.0 V6 TB Super V6 1996 cc 150 kW (205 CV + overboost) 285 Nm (205 ft.lbf) @ 2750 rpm 8.0 237 1992-1997 3.0 V6 QV 12v V6 2959 cc 147 kW (200 CV) 274 Nm (202 ft.lbf) @ 4400 rpm 7.7 237 1990-1992 3.0 V6 24v Super V6 2959 cc 152 kW (210 CV) 266 Nm (196 ft.lbf) @ 5000 rpm 8.0 240 1992-1997 3.0 V6 24v QV V6 2959 cc 170 kW (232 CV) 276 Nm (203 ft.lbf) @ 5000 rpm 7.0 245 1992-1993 3.0 V6 Q4 V6 2959 cc 170 kW (232 CV) 276 Nm (203 ft.lbf) @ 5000 rpm 7.7 240 1993-1997 Diesel Modello Motore Cilindrata Potenza Coppia 0-100 km/h, s Velocità Anni produzione 2.5 Turbodiesel 4 cil. in linea 2499 cc 84 kW (117 CV) 260 Nm (191 ft.lbf) @ 2200 rpm 11.1 200 1987-1992 2.5 Turbodiesel 4 cil. in linea 2499 cc 92 kW (125 CV) 288 Nm (212 ft.lbf) @ 2000 rpm 10.8 202 1992-1997 164 Q4 [modifica] L'abitacolo è caratterizzato dalla selleria rivestita di morbida pelle (come anche il volante) e con il divanetto posteriore sostituito da due poltroncine quasi indipendenti.
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My garage: Alfa Romeo 90 1.8 carburatori 1985 A.S.I. Alfa Romeo 164 3.0 V6 i.e. 192hp 1988 A.S.I. Ford Escort cabriolet 1.4 Ghia 1988 A.S.I. Audi A6 1.9 TDi sedan 2003 Opel Astra GTC 1.3 CDTI 2008. |
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Altra auto che metterei volentieri nel mio garage sia con motorizzazione 2.0 V6 Turbo che 3.0 V6 Q4
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LA EX BESTIOLINA - IL MOSTRO - LA KRUKKA <<L'Alfa è un marchio a parte, perchè è vissuto più col cuore che col cervello.>> Wolfgang Egger http://i55.tinypic.com/2ywgwm0.gif Vieni a trovarci anche tu su YOUTUBE e anche su FACEBOOK VUOI PARTECIPARE AD INCONTRI E MINIRADUNI TORINO CLICCA QUI INCONTRO LOMBARDO-PIEMONTESE: PARTECIPA ANCHE TU |
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Alfa Romeo 164 curiosità
I SEDILI POSTERIORI
La 164 Q4 monta il motore V6 24 valvole di 2959 (trazione integrale) Potenza massima erogata è pari a 231 cv a 6300 giri/min. •Coppia massima di 280 Nm (28,5 kgm) a 5000 giri/min. •Alimentazione (con accensione elettronica integrata) ad iniezione elettronica multipoint Bosch Motronic M3.7. •Sospensioni: avantreno a ruote indipendenti, braccio trasversale con montante telescopico (schema MacPherson), molla elicoidale; retrotreno a ruote indipendenti, bracci trasversali e biella longitudinale, molla elicoidale; barre stabilizzatrici anteriore e posteriore, ammortizzatori idraulici a taratura programmabile dall'interno dell'abitacolo tramite un pulsante situato sul cruscotto:"Auto" gli ammortizzatori vengono tarati automaticamente in base all fondo stradale,premendo"Sport",le sospensioni diventano più rigide e si modifica l'assetto,per una guida sportiva. TARATURA SOSPSENSIONI •Impianto frenante dotato di 4 freni a disco (anteriori autoventilati) con ABS. •Cambio di derivazione sportiva a 6 rapporti Getrag con sesta marcia di potenza •Schema di trazione integrale permanente particolarmente raffinato. •Giunto viscoso centrale "Viscomatic", sviluppato in esclusiva dall'Alfa Romeo in collaborazione con la Steyr-Puch. •Differenziale posteriore autobloccante di tipo Torsen. •Sistema di autodiagnosi esercitata in modo permanente da sensori dedicati. Prestazioni: •240,459 km/h di velocità di punta e un'accelerazione da 0 a 100 km/h in 7,7 secondi(dati dichiarati dal mensile QUATTRORUOTE) •velocità massima di 237,650 km/h e uno 0-100 km/h in 6,9 secondi (dati dichiarati dal mensile AUTO) Nell'ottobre 1998, la "164 Q4" cessò di essere commercializzata, il suo prezzo era di 81.650.000 lire. Particolarità •La 164 venne rinominata in 168 negli esemplari messi in vendita nel sud est asiatico, specificatamente nei mercati di Hong Kong, Malesia e Indonesia, a causa del fatto che, nella tradizione cinese, il 164 è un numero dai connotati negativi mentre il 168 è esattamente il suo contrario. •La 164 TD al momento della presentazione era l'auto diesel più veloce al mondo. •Il motore V6 turbo presentato sulla 164 fu eletto miglior motore dell'anno. •Nel 1990 venne presentata una versione con motore 3.5 V10. Si vociferava che avrebbe potuto forse avere degli sviluppi per la produzione di serie ma rimase dedicato alle competizioni. Infatti nacque la 164 Procar, un bolide con motore centrale, con 620cv capace di 340km/h. Telaio tubolare in kevlar sospensioni anteriori e posteriori a doppi quadrilateri deformabili del tipo "push rod", oggi ampiamente utilizzato in F1 e carena della 164 che doveva essere destinato al campionato "Procar". La 164 T.Spark di colore rosso fu l'ultima auto di Enzo Ferrari.
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Alfa Romeo 164 V10 Procar
Nacque nel 1988 per volere dell'Alfa Corse il prototipo chiamato "164 Pro-Car" in onore al campionato mondiale "Production Car" che si sarebbe dovuto svolgere nei primi anni 90, l'Alfa Romeo mise in campo tutta la sua abilità tecnica per sviluppare a dovere una vettura davvero speciale che meccanicamente era il non plus ultra in fatto di auto da corsa: telaio tubolare, motore posteriore centrale a 10 cilindri a V di 72°, cilindrata 3500 cc, aspirato, per una potenza di oltre 620 cavalli ad un regime massimo di 11800 giri/min con una esuberante coppia di 39 kgm a 9500 giri/min., scaricati a terra tramite la trazione posteriore. Sul piano telaistico da segnalare le sospensioni anteriori e posteriori a doppi quadrilateri deformabili del tipo "push rod". La carrozzeria era in Kevlar. L'aerodinamica fu molto curata, tanto che in alcuni test la 164 Silhouette arrivò a toccare i 350 Km/h! Il campionato PRO-CAR, voluto dalla FISA e chiamato anche Silhouette o Gruppo "S", non decollò mai a causa dello scarso interesse da parte delle Case (solo la Peugeot, oltre all'Alfa, dimostrò un certo interesse). Tale campionato prevedeva la realizzazione di veri e propri prototipi con sopra un guscio raffigurante un modello stradale, sulla falsa riga del campionato NASCAR americano, ma fu subito chiaro che le spese di sviluppo e gestione di tali auto sarebbero state altissime e i costruttori dirottarono il loro interesse sulla Formula 1. Sul normale design della 164 stradale si realizzò il noto telaio della Production Car, che grazie ad una aerodinamica accuratamente studiata in galleria del vento, la compatta 164 Pro Car in prova realizzò una velocità massima superiore ai 350 km/h, un vero e proprio bolide. Il 10 cilindri a V Alfa Romeo era stato studiato per la Formula Uno ma il passaggio al gruppo Fiat mise fine all'impegno della casa nella massima serie. Ancora oggi questo magnifico V10 si fa vanto di soluzioni tecniche che le odierne monoposto utilizzano abitualmente. Il propulsore Alfa Romeo a 10 cilindri a V esordi in sala prove al reparto motori di Arese (Milano) il 1° luglio del 1987 dopo un'anno di gestazioni, infatti il progetto fu varato nel 1986 per volere dell'Alfa Corse, inizialmente sviluppato per la F1 fu invece poi dirottato verso il neonato campionato di durata "Production Car" e si impose da subito come motore di riferimento, tant'è che ancora oggi questo signor motore ha caratteristiche che ritroviamo in odierne monoposto della massima serie, a cominciare dalla testata studiata sia a 4 che a 5 valvole per cilindro, le bielle in titanio ad H stretta e con viti mordenti (utilizzate da team Ferrari e Honda), pistoni a due soli segmenti, valvole di aspirazione e volano realizzate in Titanio. Nel 1988 sviluppò la ragguardevole potenza di ben 620 cavalli ad un regime massimo di 11.800 giri/min., con una esuberante coppia max. di 39 Kgm al regime di 9.500 giri/mim., con un ampio campo di utilizzazione fin dal regime di 7500 giri/min., gran motore. Il coupè 10 cilindri Con questa denominazione venne predisposto il capitolato tecnico di un coupè di alte prestazioni e di elevata immagine e prestigio, concepito verso la fine degli anni ’80 e progettato da una speciale sezione della ingegneria dell’Alfa Romeo. Si trattava di una vettura a due posti con motore anteriore ad asse longitudinale e ponte traente posteriore al quale, secondo il metodo classico, il moto perveniva da un gruppo cambio a 6 velocità fissato con la sua frizione al volano del motore . Il coefficiente aerodinamico cx della vettura non doveva superare il valore di 0,31 con sezione maestra di non oltre 1,9 m2. Un prodotto SCx di 0,59 presupponeva, dunque una forte penetrazione aerodinamica ma per ottenere accelerazioni di rilievo era necessario contenerne il peso a vuoto, e perciò , fu deciso che la carrozzeria avrebbe dovuto essere realizzata completamente in alluminio. Lo studio stilistico non fu iniziato perché i piani aziendali posero lo stop al progetto di questo coupè ma il pianale fu completamente progettato con soluzioni innovative che avrebbero conferito alla scocca una rigidezza torsionale molto al di sopra dell’usuale. Erano previste potenze e coppie massime, rispettivamente di 235 Kw (320 cv) e 353 Nm (36 kgm). Il motore a 10 cilindri Secondo il capitolato la cilindrata del motore doveva essere non inferiore ai 4 litri di capacità e questo valore si sarebbe dovuto ottenere con 10 cilindri disposti a V. I progettisti considerarono che un angolo tra le bancate di 72° poteva considerarsi ottimale poiché con un siffatto layout le forze del primo e secondo ordine trasmesse dagli organi mobili al basamento erano completamente equilibrate; restavano non equilibrate le coppie del primo e del secondo ordine (del tutto equilibrabili con l’impiego, rispettivamente, di un albero controrotante e due altri alberi ausiliari rotanti a velocità angolare doppia rispetto a quella del motore). Le valutazioni numeriche fecero scartare questi interventi poiché le coppie del primo ordine risultarono abbastanza piccole e, quindi, poco dannose per il comfort di vettura, mentre quelle di secondo ordine apparvero solo leggermente superiori a quelle originate dal 6 cilindri a V di 60° da anni impiegato sulle vetture della casa. I 10 cilindri erano disposti su 2 bancate di 5 cilindri; le forze di ogni coppia di cilindri affiancati scaricavano le proprie forze su uno stesso perno dell’albero a gomiti. Il basamento era in lega di alluminio-silicio , fuso in conchiglia. I cappelli di banco erano in duralluminio, indurite nella parte interna con processo Nikasil. Gli stantuffi erano stampati, come si conviene ad un motore sportivo molto sollecitato, e raffreddati con getti d’olio. Le teste motore erano con 4 valvole per cilindro comandate da punterie idrauliche a ripresa automatica del gioco. Il moto alle valvole era trasmesso con quattro assi a camme , due per ogni testa. Gli alberi delle camme di aspirazione erano provvisti di variatore di fase. Nella sezione longitudinale del motore si notano l’albero a gomiti, una biella con relativo stantuffo , il volano, la bancata di una delle teste con le cinque candele sulle quali troneggiano le cinque bobine, il sistema di comando distribuzione e la grossa puleggia anteriore che contiene lo smorzatore torsionale. Il progetto del motore fu completamente definito e furono costruiti i pezzi per i prototipi sperimentali, uno dei quali venne assemblato e provato al banco. Quest’unità erogò 340 cv, un risultato che si sarebbe ulteriormente migliorato con gli affinamenti che normalmente seguono i primi assaggi. Tale esemplare eseguì una prima durata di 100 ore senza riscontrare alcun inconveniente. Questo motore giace oggi in quel deposito del centro sperimentale Motori Alfa che accoglie anche un’unità del 4 cilindri boxer da 2 litri, anch’esso completamente progettato e realizzato e che non ebbe seguito nella storia tecnica dei motori Alfa Romeo. fonte : omniauto.it
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Mamma mia che mostro Peccato sarebbe stato bello vedere un campionato Nascar Europeo e vabbè GRANDE alfamico come sempre le SAI TUTTE
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VIVA LE ALFA ORA E PER SEMPRE NEI SECOLI DEI SECOLI |
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Concordo pienamente la 164 a mio parere è davvero una delle migliori berline prodotte negli ultimi 20 anni, se un giorno doveesi scegliere tra il guidare una Ferrari F430 ed una 164 V10 Procar bhè sceglirei sicuramente quest'ultima!
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La 164 Procar non è una 164 superpompata ma una sorta di F1 a cui è stata messa una carrozeria uguale a quella della 164. E' un po come se prendessimo una f1 (Ferrari, Mc Laren ecc), togliessimo la scocca, facessimo qualche modifica per far stare due posti appaiati e gli mettessimo un'altra carrozzeria, magari quella della 159... una cosa curiosa ma niente di più, cosa che sicuramente non potrà essere messa in commercio.
Anche io sarei veramente curioso di guidarla!
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Crosswagon distintive 147 1.6 T.S. 120 cv. 5 porte nata progression ora diventata + che distintive http://forum.alfaclub.it/showthread.php?t=324 Alfa 75 3.0 V6 America la cattiva http://forum.alfaclub.it/showthread.php?t=1409 Alfa 90 2.5 V6 Quadrifoglio oro l'ammiraglia http://forum.alfaclub.it/showthread....2109#post42109 Alfasud Giardinetta.. in attesa di un lungo restauro Giulia 1300 super... http://forum.alfaclub.it/showthread.php?t=9706 |
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Bhè non sono del tutto daccordo con te
Citazione:
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e na vera bonba quest'auto...!!!
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- visita i miei album - nel mio Profilo - alfa 159 2,4 jtd sw Giugiaro alfa 156 2,5 v6 24v Giugiaro alfa 156 2,5 v6 24v J@ck156 YAMAHA YZF 600 R tuhndercat Conquista la folla Conquisterai La Liberta |
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