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LE AUTO IN GENERALE Qui possiamo parlare di auto in generale.

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  #21  
Vecchio 08-12-2008, 22.02.16
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Ma è possibile che non riescono a mandare Wagoner dopo una gestione a dir poco disastrosa
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  #22  
Vecchio 10-12-2008, 12.16.09
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Quindici miliardi di dollari. Alla fine il congresso Usa ha dato l'ok per il gigantesco piano di aiuti all'industria dell'auto. Un progetto a due facce però: da un lato arriva una valanga di quattrini per GM, Ford e Chrysler, dall'alta le tre big si devono impegnare in un processo di ristrutturazione senza precedenti. E per capire quanto in America facciano sul serio su cose del genere basti dire che il governo ha già previsto la nomina di un super commissario per gestire la profonda ristrutturazione.

Una figura di grande potere e non di facciata: questa specie di Zar ha la possibilità di decretare il fallimento delle società se il piano di ristrutturazione non sarà credibile e non sarà presentato entro il mese di marzo. Non solo: sarà sempre questo commissario a ad autorizzare tutte le spese superiori ai 25 milioni di dollari. In pratica tutto, dal lancio di nuovi modelli all'apertura di nuove fabbriche. In più alle case automobilistiche viene anche richiesto l'impegno formale di rinunciare a sporgere denuncia contro eventuali leggi statali sull'effetto serra.
I dettagli di questo accordo si conosceranno in giornata ma si sa che il programma prevede un finanziamento sotto forma di prestito, al 5% per cinque anni e al 9% per i rimanenti due. Una cosa è certa: questi non sono certo aiuti a fondo perduto.

Intanto continuano anche le pressioni per ottenere il licenziamento dei Ceo dei tre gruppi, primo tra i quali del numero uno di Gm Richard Wagoner. Solo lo storico ex Ceo della Chrysler, Lee Iacocca, 84 anni, l'uomo che negli anni Ottanta aveva salvato dal fallimento il gruppo, sostiene gli attuali management debbano rimanere in carica. "Non sono d'accordo con l'idea emersa al Congresso, secondo la quale un cambio della dirigenza rappresenta una delle condizioni per ottenere il prestito", ha detto Iacocca, secondo cui "i gruppi forse non sono perfetti, ma chi li dirige sono gli unici a possedere l'esperienza, la conoscenza approfondita e la comprensione del vero funzionamento dell'industria dell'auto".

A Iacocca ha fatto eco lo svizzero Bob Lutz, uno dei vicepresidenti della Gm, ex presidente della Chrysler, ex vicepresidente della Ford, secondo cui Wagoner ha in realtà fatto un lavoro eccezionale. Se bisogna licenziare qualcuno - sostiene il veterano di Detroit - pensiamo allo stesso Lutz, ormai giunto alla venerabile età di 76 anni. Vedremo come finirà. Ma una cosa è certa: la battaglia è ormai cominciata.


Fonte Repubblica
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  #23  
Vecchio 10-12-2008, 17.27.30
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Il Governo americano avrà pure concesso il prestito (in forma ridotta, 15 miliardi contro i 34 richiesti) alle Big Three, ma in cambio del fiume di danaro, ha ottenuto di poter mettere bocca negli affari interni delle case di Detroit. In particolare, a Washington, non va proprio giù il management attuale delle Tre Sorelle, ritenuto responsabile degli sconquassi attuali. Al centro del mirino c’è soprattutto Rick Wagoner, CEO GM, sempre meno ben visto dal Governo americano, che preme per la sua sostituzione. Ma con chi?

Sorprendentemente (ma nemmeno troppo, visto che lo avevamo già anticipato), pare che gli americani siano sulle tracce di Carlos Ghosn, manager di grande successo internazionale, da quasi un decennio al timone di Renault-Nissan, che -guarda caso- è l’ultimo dei grandi matrimoni d’interesse siglati a fine anni ‘90 a essere rimasto in piedi. Colui che ha resuscitato Nissan potrebbe dunque essere l’uomo giusto anche a Detroit.

Ma la CNN non si concentra su un solo nome e amplia la rosa dei “papabili” a Robert Lane, presidente Deere & Co., John Rice, vice presidente General Electric e -udite udite- Sergio Marchionne, il cui operato in Fiat Automobiles è evidentemente tenuto in grossa considerazione dagli addetti ai lavori d’Oltreoceano. Chi conquisterà il Regno del Michigan?


Fonte AutoBlog
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  #24  
Vecchio 14-12-2008, 19.14.08
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Predefinito Aiuti all'auto Usa: IL SENATO DICE NO

Clamoroso: la proposta di aiuti federali all'industria dell'auto in crisi, passata qualche giorno fa alla camera dei Deputati degli Stati Uniti e frutto di un faticoso accordo tra la Casa Bianca e i leader democratici, giovedì 11 dicembre è stata respinta al Senato.

Paradossalmente a incagliare la proposta di legge è stata una questione sindacale: la Uaw, il potente sindacato dei lavoratori dell'industria dell'auto, non ha avallato l'ipotesi di parificare gli stipendi dei suoi iscritti a quelli dei lavoratori non sindacalizzati di molte Case estere che producono in America. L'accordo generale c'era, ma non sulle date: i legislatori prevedevano il 2009 per la parificazione delle paghe, il sindacato il 2011. Sembrava una mera formalità e, invece, è stato un gruppo di senatori repubblicani a prendere le distanze dal presidente Bush (nella foto), contrari all'impiego di denaro pubblico a Detroit.

Una mazzata per i costruttori per i quali si apre un capitolo delicatissimo che potrebbe portare alla dichiarazione di bancarotta nelle prossime settimane se non ci saranno interventi federali. Sia GM sia Chrysler hanno annunciato di avere riserve di liquidità sotto il minimo indispensabile per proseguire le operazioni.

Discorso a parte per Ford che ha dichiarato di non aver bisogno dei fondi pubblici. L'alternativa al collasso è rappresentata dal dipartimento del Tesoro, che potrebbe "dirottare" a favore del settore dell'auto una piccola parte dei 700 miliardi di dollari contenuti nel piano approvato per arginare la valanga provocata dalla crisi creditizia. In questo caso, però, il presidente Bush dovrebbe forzare la mano approvando direttamente il piano, ma per il momento non sembra intenzionato.

Tutto questo succede, mentre in Svezia passa un piano di sostegno da 2,5 miliardi di euro per Volvo e Saab, che danno lavoro a 20 mila persone nel paese scandinavo.


Fonte Quattroruote
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  #25  
Vecchio 15-12-2008, 17.18.44
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Predefinito La Casa Bianca promette: Salveremo l'auto Usa

Tuttavia non è stato ancora individuato il meccanismo per far giungere alle industrie
automobilistiche i fondi a breve scadenza necessari per evitare il crollo del settore.


Dopo il clamoroso no del Senato agli aiuti per salvere l'auto Usa la Casa Bianca ha ribadito il suo impegno a fare tutto il possibile per salvare dalla bancarotta i giganti dell'auto di Detroit ma non ha ancora individuato il meccanismo per far giungere alle industrie automobilistiche i fondi a breve scadenza necessari per evitare il crollo dell'intero settore.
"Stiamo cercando di individuare il meccanismo giusto tenendo presenti allo stesso tempo gli interessi dei contribuenti americani e della nostra economia - ha spiegato oggi il portavoce della Casa Bianca Tony Fratto - Non abbiamo ancora preso una decisione definitiva".

Dopo il naufragio al Congresso del pacchetto di aiuti per far giungere circa 15 miliardi di dollari ai tre giganti di Detroit - con General Motors e Chrysler alle prese con problemi immediati di liquidità mentre la Ford appare in una situazione leggermente migliore - la strada più probabile appare l'uso a beneficio dell'industria dell'auto di parte dei fondi per 700 miliardi di dollari stanziati per salvare Wall Street.

"In circostanze normali - spiegano alla Casa Bianca - preferiremmo che fosse il mercato a determinare il destino delle imprese private ma lo stato indebolito della nostra economia ci impone di considerare tutte le opzioni disponibili compresa quella di fare ricorso ai fondi destinati a Wall Street".


Fonte Repubblica
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Predefinito GM e Chrysler riaprono le trattative per la fusione

General Motors Corporation e Chrysler LLC hanno riaperto ieri la serie di contatti che dovrebbe condurre alla loro ipotetica fusione in un unico soggetto industriale.

Cerberus Capital Management, il fondo di private equity che attualmente ha in mano Chrysler, ha infatti ribadito l’intenzione di cedere parte della proprietà aziendale, riallacciando quei contatti con l’interlocutore di Detroit che erano stati interrotti solo a inizio novembre.

In quel momento la priorità per ambedue i contraenti era quella di concentrarsi sui problemi impellenti di liquidità, che di fatto rendevano impraticabile una qualunque intesa.



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Predefinito USA aiuti all'auto americana: Bush accorda 14 miliardi a GM e

E’ giunta solo da pochi minuti la notizia dell’approvazione da parte della Casa Bianca degli aiuti finanziari all’industria automobilistica americana: GM e Chrysler riceveranno 14 miliardi di dollari (alcune fonti citano cifre leggermente diverse) per sopravvivere fino al prossimo anno, e altri 4 miliardi di dollari saranno disponibili in caso di necessità a partire dalla prossima primavera.

Il prestito a basso tasso d’interesse proverrebbe come previsto dal piano Paulson (un pacchetto di aiuti da 700 miliardi di dollari nato per stabilizzare il sistema finanziario americano) e servirebbe a scongiurare una bancarotta certa, come la definiscono da Washington. Bush ha dichiarato che sarebbe stato un gesto irresponsabile un atteggiamento diverso da questo. Il piano prevede una serie di rigide condizioni da rispettare tassativamente per i due costruttori, tra cui, in primo luogo, una profonda e concreta riorganizzazione del business.

Non verrà nominato alcun supervisore -o “zar”, come lo chiamavano oltreoceano- e il processo verrà amministrato completamente dal Segretario del Tesoro Hank Paulson, fino all’insediamento del nuovo governo di Barack Obama. Ford Motor Company ha dichiarato contestualmente a questi comunicati che ha riserve a sufficienza per affrontare tutto il 2009.



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