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ALFA ROMEO **LE PERSONE** Fondatori - Piloti - Designer, gli uomini che l'hanno resa celebre nel mondo!!

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Predefinito Andrea De Adamich


Andrea De Adamich (Trieste, 3 ottobre 1941) è un ex pilota automobilistico, giornalista e conduttore televisivo italiano.

Debuttò nel 1962 al volante di una Triumph TR3, disputando alcune cronoscalate. Capace di una fulminea carriera, si laureò campione italiano di Formula 3 nel 1965, titolo che gli valse l'ingaggio da parte dell'Autodelta, la squadra corse dell'Alfa Romeo.
Al volante della Giulia GTA della casa del biscione diventò campione europeo per vetture turismo (nella Divisione 2 - fino a 1600 cc) nel 1966 e nel 1967. Passò sulle monoposto vincendo la XVII Temporada Argentina, su una Ferrari Dino 166 V6 di Formula 2.

Legato a doppio filo all'Autodelta, a partire dal 1967 fu coinvolto nel impegno agonistico della barchetta Alfa Romeo Tipo 33. Al volante delle varie versioni della vettura fece spesso coppia con altri protagonisti delle gare di durata come Nino Vaccarella, Piers Courage, Nanni Galli, Henri Pescarolo, Rolf Stommelen, finendo di frequente sul podio, ma senza riuscire mai a conquistare nessuna delle grandi classiche della categoria. I sui migliori risultati a livello internazionale nelle gare di durata furono la vittoria della 200 miglia di Buenos Aires nel 1970 (gara fuori campionato) e della 1000 km di Brands Hatch e della 6 Ore di Watkins Glen nel 1971. De Adamich, come molti suoi colleghi di quegli anni, si cimentò in diverse categorie, ma diede l'addio alle corse prendendo parte nella sua ultima stagione, il 1974, a quattro 1000 km valide per il Campionato Mondiale Marche. In queste ultime gare, disputatesi a Monza, al Nürburgring, a Imola e all'Österreichring, colse tre terzi posti e infine il secondo posto nella gara austriaca.

Debuttò in Formula 1 nel Gran Premio di Spagna (non valido per il mondiale) del 1967, giungendo quarto con una Ferrari. Era iscritto anche al Gran Premio d'Italia con una Cooper-Maserati della Scuderia Filippinetti, ma non vi partecipò.
Nel 1968 corse il suo primo Gran Premio valido per il mondiale, il Gran Premio del Sud Africa, sempre con la Ferrari, che lo aveva ingaggiato come terzo pilota. Un incidente lo bloccò dopo che era partito settimo. Subì un ulteriore incidente a Brands Hatch durante le prove della Race of Champions (prestigiosa gara fuori campionato), che gli causò problemi al collo che lo avrebbero tenuto lontano dalle gare per gran parte della stagione.
Tornò su una Formula 1 nel 1970 al volante di una McLaren motorizzata Alfa Romeo. Questo segnò il ritorno dei motori della casa del biscione dopo molti anni di assenza dalle corse. L'anno successivo passò a guidare una March, sempre con motore Alfa Romeo, un'accoppiata non molto riuscita che ne determinò risultati poco confortanti.
Nel 1972 corse su una Surtees-Ford con la quale ottenne il suo migliore risultato della carriera nel mondiale: quarto in Spagna. La sua carriera venne interrotta da un grave incidente (che coinvolse più piloti, senza gravi conseguenze) al Gran Premio di Gran Bretagna del 1973, al volante di una Brabham. In quell'occasione, il pilota triestino riportò numerose ferite alle gambe e rimase intrappolato nella vettura per diversi minuti. Nella stagione era riuscito a conquistare un altro quarto posto, nel Gran Premio del Belgio.

Abbandonata l'attività sportiva diventò apprezzato giornalista del settore. A partire dal 1978 gli viene affidata la trasmissione sportiva Grand Prix su Italia 1, di cui è ancora il conduttore. A lui furono affidate anche le telecronache dei gran premi per il gruppo Fininvest che aveva acquistato in parte i diritti di trasmissione per il periodo 1991-1996.
Dal 1990 è direttore del Centro Internazionale Guida Sicura a Varano de' Melegari (PR), dove risiede, a pochi passi dall'Autodromo Riccardo Paletti; non è difficile trovarlo in giro per i paddock nella giornata o in giro per la città.

FONTE: Wikipedia
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