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  #1  
Vecchio 29-12-2016, 07.35.40
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Data registrazione: 27-12-2016
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Predefinito Dopo trent'anni di nuovo alfista

Ho pensato di presentarmi con questo scritto, a metà tra il racconto e l'amarcord...
«Papà, mi aspetti? Ho quasi finito i compiti!»
«Sì, ma muoviti, altrimenti facciamo tardi e la concessionaria chiude.»
Questo dialogo ed altri simili si sono svolti tra me e mio padre per alcuni anni dopo il 1972. Nel 1972 papà, dopo aver deciso di sostituire la sua Giulia 1300 TI, comperò un’Alfetta 1.8 prima serie (per intenderci: mascherina stretta, e sul posteriore la sola scritta Alfetta, senza indicazione della cilindrata).
Avevo otto anni, ed adoravo accompagnare papà in concessionaria quando doveva portare l’Alfetta per i tagliandi. Noi abitavamo al Vomero e la concessionaria si trovava a Fuorigrotta, subito dopo la galleria. “Concessionaria Alfa Romeo Italo Dotoli”… che peccato! adesso al posto della concessionaria c’è un negozio o forse una Banca.
Della Giulia ho qualche ricordo ma poco nitido. Invece dell’Alfetta ricordo tutto! Adoravo quell’auto. Era bellissima, color testa di moro, e mi piaceva così tanto che per le prime settimane dall’acquisto scendevo in garage ad ammirarla. Era velocissima ed incredibilmente moderna.
La memoria talvolta si comporta come un album: io ricordo papà seduto alla guida (mamma mi aveva ceduto il posto davanti) e ricordo poi quando lo vedevo arrivare d’estate ad Acciaroli. Ansioso di rivedere il mio papà mi mettevo sulla strada per aspettarlo.
Vi ricordate le vacanze d’altri tempi? Le famiglie venivano “deportate” nelle località marine e i papà le raggiungevano nei fine settimana. Poi ad agosto finalmente il mordi e fuggi cessava e i papà diventavano stanziali.
Ricordo l’Alfetta parcheggiata immobile sotto le frasche per tutto il mese d’agosto ed i primi giorni di settembre. Al ritorno era sporca impolverata. Capitava qualche volta che venisse svegliata dal suo letargo per qualche uscita (rarissime, papà d’estate diventava pigro…).
Ricordo poi il turbamento provato quando un giorno, tornato da scuola, vidi l’Alfetta parcheggiata lungo il marciapiede. Aveva tutto il parafango anteriore destro distrutto e la ruota sporgeva sterzata in modo innaturale. Papà guidava bene, ma non amava gli incroci; gli piacevano così poco che appena ne trovava uno non lo degnava di uno sguardo e tirava dritto. Uno di questi incroci si offese e gli tirò addosso una francese (credo una Renault). Papà si fratturò una costola perché l’urto fu violento (e gli andò anche bene).
Ci pensammo su qualche giorno: io premevo per la riparazione e papà mi accontentò. L’Alfetta tornò in vita e ci accompagnò sino al 1981 (o era l’82?) quando papà la cambiò con una Giulietta 1.6 prima serie (una delle ultime perché era entrata in produzione la versione ristilizzata).
La Giulietta e l’Alfetta erano, in parte, la stessa auto: motorizzate con lo splendido ed ineguagliato bialbero Alfa Romeo, avevano il ponte De Dion ed il cambio riportato sull’asse posteriore (i lunghi rinvii fino alla leva del cambio ne compromettevano, però, la precisione), così da ripartire il peso in modo eguale sui due assi.
La Giulietta 1.6... ho avuto il piacere di guidarla! Non subito, ovviamente, ma dopo circa un anno di esperienza di guida. Se ricordo bene papà mi concesse le chiavi quando avevo circa 19 anni. Che macchina!!!
Guidarla era divertentissimo: quando mi ritrovai con un treno di gomme ormai prossimo alla sostituzione scoprii che farla scomporre era facilissimo ma anche molto sicuro! Ne ho fatte di curve in controsterzo! Non mi ha mai tradito: si faceva riprendere docile docile. Sono grato a quell’auto perché negli anni quella esperienza in un paio di occasioni mi ha salvato la vita.
Poi arrivò la crisi: L’Alfa Romeo andava venduta. Noi alfisti speravamo che la comprasse la Ford… ed invece Prodi (mai stato simpatico) la vendette alla FIAT. Fu la fine: i contenuti tecnici via via si esaurirono; le Alfa Romeo erano diventate vetture a trazione anteriore (una bestemmia); i bialbero andarono ad esaurimento ed anche lo splendido V6 Busso sopravvisse solo per poco più di una decade.
Papà voleva comprare comunque la 155 (col pianale della tipo.. Mon Dieu!!!). Ma io mi opposi, piuttosto che viaggiare su uno zombie (L’AR era morta e la 155 era un morto che camminava) meglio una giapponese. E giapponese fu. Comprammo una fantastica Toyota Carina 2.0. Era sì una trazione anteriore ma almeno non mi costringeva a ricordare l’amore perduto.
A questo punto la narrazione si interrompe: gli anni successivi non sono degni di nota sotto il profilo automobilistico, altre auto, altre esperienze, il lavoro, la crescita, i concorsi, l’Università, la famiglia, mia moglie, mia figlia… insomma la vita!
Poi nel 2004 arriva alla FIAT Sergio Marchionne. Alla FIAT si erano succeduti molti AD, più o meno tutti simili tra loro. Marchionne sembra invece uno diverso rispetto alla solita minestra. Risolleva le sorti della FIAT tanto da riuscire a comprare la Chrysler ed avvia un piano industriale innovativo. Comunica che intende rilanciare l'Alfa Romeo.
Noi italiani siamo molto diffidenti. Ricordo bene che pochi gli credettero (io ero tra quelli e tra poco vi spiego perché). La gran parte lo criticava.
Ed invece nel 2008 mette in produzione (serie limitata, mille esemplari in tutto) quel capolavoro assoluto che è l’Alfa romeo 8C. Perché mai avviare una simile produzione se non per riposizionare il marchio? Quale miglior prova delle sue buone intenzioni che una super car da quasi 200.000 euro ed oltre 300 km/h di velocità massima?
Fu lì che iniziai a sperare. La speranza si intensificò con l’entrata in produzione della 4C: non una serie limitata, ma una “normale” produzione di serie, se “normale” può essere definita la produzione di un’auto con telaio in fibra di carbonio fatto mano.
Ormai era questione di tempo, si doveva solo aspettare. Il prossimo passo sarebbe stata una berlina del segmento D.
In quei giorni sul web si trova di tutto… capire cosa sta succedendo è difficile. Di certo si sa che Marchionne ha bloccato i progetti (già avviati) per future berline a trazione anteriore, ma non vi è certezza sulla sorte dell’Alfa Romeo. In verità le incertezze nascono dalla diffidenza dei blogger perché Marchionne non fa mistero dei suoi piani: rilancio dell’AR, ritorno alla trazione posteriore, livello premium, ma solo dopo aver completato il piano di riordino finanziario.
Il resto è storia recente: un filo emozionato aspetto la presentazione della nuova Giulia, sì anche il ritorno ad un nome così prestigioso è un ottimo segnale. La sera del 23 giugno 2015 alcune foto rubate ci anticipano le forme della nuova berlina, ma dovremo aspettare ancora un anno per poterla provare.
Ci riesco nel giugno del 2016, durante la presentazione della Giulia alle aziende. Curo i collegamenti tra la FCA e la Feudi di San Gregorio nel cui ristorante si svolge l'incontro, ed ho l’occasione di guidare la nuova berlina.
Questi test non sono mai particolarmente significativi (troppo poco tempo), ma di due cose mi convinco: dal vivo è bellissima e sembra avere le carte in regola per essere considerata la vera erede delle prestigiose berline degli anni ’70.
Inizio a valutare di comperarla. A ottobre il Motor Village di Napoli mi concede in prova per due giorni una Giulia 2.2 turbo diesel da 180 cv con cambio manuale (credo uno degli esemplari di preserie) ed è stato lì che… che ho capito di aver ritrovato la “mia” Alfa Romeo. Quella che nel 1972, ad otto anni, mi faceva scendere nel garage per ammirare l’Alfetta.
La mia Giulia Super AT8 turbo benzina, 200 cv, con cambio sequenziale al volante è nel mio garage da un paio di settimane ed ancora non ci credo che esista veramente...
(ps: ho un "paio" di Alfa Romeo d'epoca, in fase di restauro però...)
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  #2  
Vecchio 29-12-2016, 19.53.14
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benvenuto e complimenti per il racconto........e per la giulia.......ah scusa, bentornato tra noi...
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  #3  
Vecchio 30-12-2016, 21.56.13
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Benvenuto anche da parte mia
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Vecchio 01-01-2017, 14.18.40
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Welcome !!
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Vecchio 01-01-2017, 16.50.49
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Gran bel racconto, davvero.... anche il modo di scriverlo..... Certo però, che preferire una Carina (mio giudizio personale eh...)orrida e fredda Jappa ad una ben piu prestante (anche se Fiat) 155, mi lascia un pò di amaro..... è stata l'ultima Alfa a darvi un sacco di titoli e soddisfazioni.... Comunque benvenuto
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ti dò l'illusione di sorpassarmi, poi quando 6 a metà col sorriso, schiaccio tutto per levartelo
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  #6  
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  #7  
Vecchio 04-01-2017, 09.10.41
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Bentornato in Alfa e benvenuto nel nostro Club.
Complimentissimi per la Giulia
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  #8  
Vecchio 04-01-2017, 16.35.26
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Noi alfisti speravamo che la comprasse la Ford…
Noi alfisti... CHI ??
Meglio Fiat che Ford.
Almeno è rimasta in mani italiane.
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  #9  
Vecchio 04-01-2017, 16.37.56
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Papà voleva comprare comunque la 155 (col pianale della tipo.. Mon Dieu!!!). Ma io mi opposi, piuttosto che viaggiare su uno zombie (L’AR era morta e la 155 era un morto che camminava) meglio una giapponese. E giapponese fu. Comprammo una fantastica Toyota Carina 2.0.
Io avrei dato retta a papà...

Insomma chiamare "fantastica" una Toyota Carina... Molto meglio la 155
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  #10  
Vecchio 04-01-2017, 19.38.05
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Quoto in pieno Luciano.........
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