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#11
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La 2000 my 1979 ce l'aveva mio padre blu carabinieri era bellissima anche una così non mi dispiacerebbe ma sinceramente ultimamente è la 2.4 TD che m appassiona se un giorno ne trovassi una a buon mercato in eccelenti condizioni l'acquisterei e la trasformerei stile Quadrifoglio Oro con i cerchi lega e i 4 fari tondi uguali.
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My garage: Alfa Romeo 90 1.8 carburatori 1985 A.S.I. Alfa Romeo 164 3.0 V6 i.e. 192hp 1988 A.S.I. Ford Escort cabriolet 1.4 Ghia 1988 A.S.I. Audi A6 1.9 TDi sedan 2003 Opel Astra GTC 1.3 CDTI 2008. |
#12
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La diesel penso si trovi con quotazioni abbastanza basse
perchè teoricamente nessun collezionista avrebbe interesse a prenderla ma l'alfetta (se non ricordo male) era la prima a montare un propulsore a gasolio made in AR Comunque io mi riferivo alla 2000 del '77 |
#13
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Alfa Romeo diesel nella storia
l'Alfa Romeo non ha mai prodotto motori diesel in proprio inizialmente sulla Nuova Giulia super che nel 1976 viene dotata di un motore diesel 1.8 della Perkins, che per l’elevata rumorosità e le scarse prestazioni risulta inadatto alle doti sportive della Giulia.Successivamente Passata la crisi, ormai sensibili al problema dei consumi, gli italiani si dimostrano sempre più interessati all’acquisto di vetture diesel, grazie al basso prezzo del gasolio ed al basso consumo dei motori diesel, il tutto nonostante l’iniquo superbollo che nel nostro paese colpisce questo genere di vetture. Dopo la deludente esperienza condotta nel 1977 con la Giulia Diesel, l’Alfa Romeo ci riprova e stavolta fa le cose in grande, presentando l’Alfetta 2000 TurboD, la prima vettura italiana con motorizzazione diesel sovralimentata. Mossa dal motore di 1995 cc con potenza massima di 82 CV a 4300 giri/minuto, prodotto dalla VM di Cento (FE), l’Alfetta turbodiesel raggiunge la velocità massima di 155 Km/h e consuma mediamente 8,4 litri/100 Km. La turbodiesel ha la stessa carrozzeria della 2000, da cui si distingue per le grandi feritoie orizzontali sul paraurti anteriore ed il tubo di scarico maggiorato; nel cruscotto cambiano le scale di tachimetro e contagiri e compaiono la spia per il preriscaldamento delle candelette e la spia della pressione di sovralimentazione. L’Alfetta a gasolio si comporta su strada come una vettura a benzina di media cilindrata, facendo dimenticare i problemi di rumorosità del motore diesel ed il classico ritardo di risposta dei motori turbocompressi; i consumi sono davvero contenuti e l’irrigidimento delle sospensioni, resosi necessario per contrastare l’aumento di peso, ha migliorato la tenuta di strada.Nel Maggio del 1983 l’Alfetta conosce l’ultimo restyling della propria carriera, in occasione del quale vengono commercializzate la 2000 Quadrifoglio Oro iniezione elettronica e la 2400 Turbodiesel.
La nuova Quadrifoglio Oro adotta un sofisticato impianto di iniezione elettronica Bosch Motronic, e soprattutto è la prima berlina di serie al mondo ad adottare il variatore di fase: la potenza massima raggiunge i 130 CV a 5400 giri/minuto e la coppia massima i 182 Nm a 4000 giri/minuto; il consumo medio è di 8,6 litri/100 Km, un valore notevole per un motore a benzina di questa fascia di mercato. La 2400 Turbodiesel monta infine un inedito motore, prodotto ancora dalla VM, di 2393 cc, con potenza massima di 95 CV a 4200 giri/minuto; la velocità massima è di 165 Km/h, a fronte di un consumo medio di 8,1 litri/100 Km. Esternamente l’Alfetta ’83 si distingue dalle precedenti versioni per l’adozione di vari particolari in plastica nera, che ne appesantiscono ulteriormente la linea, come il fascione che integra i gruppi ottici posteriori, le fasce paracolpi laterali e sottoporta, lo spoiler anteriore, la calandra con scudo Alfa più piccolo e stilizzato; nel baule posteriore lo stemma Alfa Romeo è stato spostato in posizione verticale. La Quadrifoglio Oro mantiene la vecchia calandra e si caratterizza dalle altre versioni per i doppi proiettori anteriori, i cerchi in lega ed i fendinebbia. Nell’abitacolo è stata modificata la plancia, sormontata da un grande blocco che contiene strumenti e spie; tutte le versioni hanno ora di serie il check control, i vetri elettrici anteriori, la chiusura centralizzata, i sedili posteriori con poggiatesta incorporati. Nell’autunno del 1984, al Salone di Torino, debutta l’Alfa 90, sfortunata erede dell’Alfetta (sarà prodotta per soli tre anni, fino alla nascita dell’Alfa 164), che esce definitivamente dai listini nel Marzo del 1985, dopo tredici anni di onorata carriera. Tredici anni in cui è stata l’oggetto del desiderio della media ed alta borghesia italiana, l’auto di professionisti, imprenditori, politici e delle nostre forze dell’ordine. Si dice sia stata l’auto più innovativa dell’Alfa Romeo nel dopoguerra, di certo è stata per anni la 2000 più venduta in Italia e non è un caso se ancora oggi in tanti continuano ad apprezzarla ed a guidarla con piacere.Nel 1979 viene introdotta l'Alfetta 2.0 turbodiesel, la prima vettura sovralimentata a gasolio in Italia. Il motore, prodotto dalla VM, è lo stesso che più tardi verrà montato anche sulla Nuova Giulietta, fornisce 82 cv e spinge l'Alfetta a 155 km/h, facendone la vettura diesel più veloce in produzione; è il primo motore automobilistico espressamente progettato per accogliere il turbocompressore. Il 2.0 riacquista la sua potenza originaria, stavoltà però a 5.300 rpm invece che 4.300.Il 1983 vede l'ultimo ritocco all'estetica dell'Alfetta Oltre alla versione 2.0 td ne viene introdotta un'altra con motorizzazione 2.400 5 cilindri, sempre VM, con 95 cv. Per quanto riguarda le quotazioni sono vicine a quelle di una 2.0 Quadrifoglio Oro insomma, si aggirano intorno ai € 4/5.000.00 per un'Afetta 2.0 o 2.4 Turbodiesel in ottime condizioni o restaurate a regola d'arte.Quindi per quanto riguarda l'interesse stroico leggi quanto scritto sopra in questo post e trarrai da solo le tue conclusioni.
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#14
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Guardando le quotazioni di ruoteclasiche (anche se del tutto fuori dal mondo....appena 1000 euri) viene confermato quanto dicevo....
la stessa cosa su automobilismo d'epoca. le versioni a gasolio sono disprezzata e non hanno interesse collezionistico perchè come ben sapiamo io e te tutti gli appassionati puntano sulle motorizzazioni al top di gamma e quindi benzina! |
#15
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Prova a comprarla un'auto d'epoca
Citazione:
Se proprio sei sicuro di quello che dici prova ad andare da una persona qualsiasi che vende la sua auto d'epoca e proponigli di pagargliela al prezzo della quotazione di Ruoteclassiche o Automobilismo d'Epoca; ti si metterà a ridere in faccia come minimo!L'Alfetta Turbodiesel ha un interesse collezzionistico, perchè ormai in tutto il mondo ne saranno rimaste ad esagerare 50, perchè all'epoca della sua commercializzazione si pagava il cosidetto Superbollo per le auto alimentate a gasolio; con l'abolizione di tale tassa sulle auto diesel di succesiva produzione, quasi tutte le Alfetta e Alfa Romeo in generale prodotte in quei anni sono state rottamate o esportate all'Estero per passare all'acquisto di auto Ecodiesel, quindi è solo per questo motivo che se ne torvano poche in circolazione. ti facio un esempio il signor Colombo possiede oltre 50 Alfa nella sua collezzione tra le quali ho potuto vedere un bellissima Alfa 90 2.4 Turbodiesel Intercooler bhè gli ho proposto di vendermela mi ha risposto che è un pezzo troppo raro e quindi la sua valutazione sarebbe troppo alta rispetto al valore effettivo dell'auto, appunto per la sua rarità!
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#16
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Come dicevo lo sapiamo entrambi
che con quelle quotazioni forse ti danno la carcassa del mezzo perchè il valore dell'auto è determinato dalle sue condizioni, storia e valore affettivo. Se tu dici che sono rare ti credo ma rimango dell'idea che un collezionista preferisca un diesel a bel bialbero! |
#17
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Sai
Citazione:
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