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#1
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Alfasud & Sprint
Dati di produzione
Con 1.017.387 unità costruite, l'Alfasud (incluse ti, Sprint e Giardinetta) è una della Alfa Romeo con maggior numero di esemplari prodotti. Produzione totale Alfasud: 715.170 auto Produzione totale Alfasud Ti: 185.665 auto Produzione totale Alfasud Sprint: 116.552 auto Alfasud anno 1972 21.057 auto anno 1973 77.322 auto anno 1974 71.609 auto anno 1975 9.432 auto anno 1976 24 auto anno 1982 2.279 auto TOTALE 181.723 auto Alfasud N anno 1974 262 auto anno 1975 12.892 auto anno 1976 5.720 auto anno 1977 7.794 auto anno 1978 10.999 auto anno 1979 8.754 auto anno 1980 4.255 auto anno 1981 2.635 auto anno 1982 203 auto TOTALE 53.514 auto Alfasud L anno 1975 46.952 auto anno 1976 57.138 auto anno 1977 48.286 auto anno 1978 91 auto TOTALE 152.467 auto
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#2
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Alfasud Giardinetta 1.2
anno 1975 1.520 auto anno 1976 1.139 auto anno 1977 1.095 auto anno 1978 45 auto TOTALE 3.799 auto Alfasud Giardinetta 1.3 (1286 cm³) anno 1977 2 auto anno 1978 643 auto anno 1979 800 auto TOTALE 1.445 auto Alfasud Giardinetta 1.3 (1350 cm³) anno 1979 393 auto anno 1980 262 auto TOTALE 655 auto Alfasud 1.2 anno 1977 2.863 auto anno 1978 21.662 auto anno 1979 25.439 auto anno 1980 33.500 auto anno 1981 33.715 auto anno 1982 12.267 auto anno 1983 13 auto TOTALE 129.459 auto Alfasud 1.2 (3 porte) anno 1981 4.446 auto anno 1982 227 auto TOTALE 4.673 auto Alfasud 1.2 (5 porte) anno 1982 13.581 auto anno 1983 7.002 auto anno 1984 1 auto TOTALE 20.584 auto
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#3
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Alfasud Super 1.3 (1286 cm³)
anno 1977 6.843 auto anno 1978 21.997 auto TOTALE 28.840 auto Alfasud 1.3 (1350 cm³) anno 1978 6.305 auto anno 1979 11.652 auto anno 1980 18.746 auto anno 1981 13.245 auto anno 1982 5.560 auto TOTALE 55.508 auto Alfasud 1.3 (1350 cm³ 3 porte) anno 1981 4.272 auto anno 1982 3.888 auto anno 1983 494 auto anno 1984 1 auto TOTALE 8.655 auto Alfasud (1350 cm³ 5 porte) anno 1982 9.910 auto anno 1983 1.159 auto TOTALE 11.069 auto
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#4
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Alfasud 1.5
anno 1978 2.859 auto anno 1979 16.543 auto anno 1980 15.035 auto anno 1981 10.029 auto anno 1982 2.634 auto TOTALE 47.100 auto Alfasud 1.5 (3 porte) anno 1981 4.182 auto anno 1982 1.453 auto anno 1983 160 auto TOTALE 5.795 auto Alfasud 1.5 Quadrifoglio Oro anno 1982 9.768 auto anno 1983 2.026 auto TOTALE 11.794 auto
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#5
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Alfasud ti 1.2
anno 1973 1.575 auto anno 1974 28.159 auto anno 1975 21.884 auto anno 1976 26.748 auto anno 1977 10.361 auto TOTALE 88.727 auto Alfasud ti 1.3 (1286 cm³) anno 1977 9.000 auto anno 1978 6.068 auto TOTALE 15.068 auto Alfasud ti 1.3 (1350 cm³) anno 1978 4.129 auto anno 1979 4.864 auto anno 1980 3.578 auto anno 1981 802 auto TOTALE 13.373 auto Alfasud Ti 1.3 (1350 cm³ 3 porte) anno 1981 2.808 auto anno 1982 2.028 auto anno 1983 1.338 auto anno 1984 14 auto TOTALE 6.188 auto Alfasud ti 1.5 anno 1978 11.459 auto anno 1979 15.848 auto anno 1980 8.804 auto anno 1981 2.722 auto TOTALE 38.833 auto Alfasud Ti 1.5 (3 porte) anno 1981 7.714 auto anno 1982 6.564 auto anno 1983 8 auto anno 1984 97 auto TOTALE 14.383 auto Alfasud Ti 1.5 Quadrifoglio Verde anno 1982 2.798 auto anno 1983 6.295 auto TOTALE 9.093 auto
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#6
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Alfasud Sprint 1.3 (1286 cm³)
anno 1976 2.192 auto anno 1977 12.046 auto anno 1978 4.118 auto TOTALE 18.356 auto Alfasud Sprint 1.3 (1350 cm³) anno 1978 1.164 auto anno 1979 1.675 auto TOTALE 2.839 auto Alfasud Sprint Veloce 1.3 anno 1980 2.000 auto anno 1981 1.060 auto anno 1982 741 auto TOTALE 3.801 auto Alfasud Sprint 1.5 anno 1978 14.414 auto anno 1979 11.287 auto anno 1980 122 auto TOTALE 25.823 auto Alfasud Sprint Veloce 1.5 anno 1980 13.854 auto anno 1981 9.849 auto anno 1982 10.296 auto anno 1983 192 auto TOTALE 34.191 auto
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#7
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Sprint 1.3
anno 1983 2.754 auto anno 1984 535*auto anno 1985 ? auto anno 1986 667 auto anno 1987 450 auto anno 1988 811 auto anno 1989 8 auto TOTALE >5.225 auto Sprint 1.5 anno 1983 2.049 auto anno 1984 ? auto anno 1985 3.063 auto anno 1986 2.400 auto TOTALE >7512 auto Sprint 1.5 Quadrifoglio Verde anno 1983 9.695 auto anno 1984 2010*auto anno 1885 ? auto anno 1986 ? auto anno 1987 ? auto anno 1988 ? auto anno 1989 ? auto TOTALE ? auto Sprint 1.7 Quadrifoglio Verde anno 1987 663 auto anno 1988 4.212 auto anno 1989 46 auto TOTALE 4.921 auto
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#8
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Colori
Sfortunatamente è abbastanza difficile entrare in possesso delle schede colore dell'Alfasud prima serie e Sprint . Inoltre molte delle schede colore disponibili non diedero informazioni sul periodo in cui un colore fu disponibile per ogni singolo modello o per l'intera gamma Alfasud. Alfasud, ti Giardinetta e ti (serie I) Rosso Alfa Rosso Corallo dal 1975 Arancio Capua 1977-78 Bianco Capodimonte Blu Posillipo Verde Ischia 1972-74 (non per ti e L) Giallo Pompei dal 1976 Blu Procida 1972-74 Grigio Vesuvio 1972-74 Grigio Somma dal 1975 Verde Matese dal 1975 Giallo Pozzuoli dal 1976 (non per ti) Beige Ponza 1972-74 Verde Faito metallizzato dal 1974 (non per Alfasud N) Beige Cuma metallizzato 1974-77 (non per Alfasud N) Grigio Nisida metallizzato since 1974 (non per Alfasud N) Dopo il lancio dell'Alfasud nel 1972 la scelta dei colori fu ridotta. Oltre il classico Rosso Alfa ci furono due tonalità di blue, Blu Procida e Blu Posillipo, Beige Ponza, Verde Ischia, Grigio Vesuvio e Bianco Capodimonte. Tutti i colori tranne il Rosso Alfa avevano i nomi di località italiane. Posillipo è una piccola città sulla costa vicino Napoli; Ponza, Procida e Ischia sono isole situate nel Golfo di Napoli e Capodimonte è una città sul Lago di Bolsena, a nord di Roma. Grigio Vesuvio era il nome del vulcano di Napoli, il Vesuvio. Circa dal 1975 la sceltadei colori diventò più ampia. Alfasud Super, Giardinetta e ti (serie II) Bianco Capodimonte (BIOA) Blu Posillipo (BLOD) Giallo Pozzuoli (GTAS) Rosso Corallo (ROAN) non per il mercato italiano Rosso Alfa (ROAA) Verde Matese (VMSA) non per il mercato italiano Giallo Pompei (GPAS) Bruno Cilento (BNAS) Grigio Indaco (GRIN) non per il mercato italiano Verde Pino (VEPI) Nero (NEAS) non per Giardinetta Grigio Nisida metallizzato (GMAS) non per Alfasud N e Giardinetta Marrone Testa di Moro (MTDM) dal 1980 non per Giardinetta Verde Faito metallizzato (VMAS) non per il mercato italiano, e Alfasud N e Giardinetta Alfasud e Alfasud Ti (serie III) Rosso Alfa (ROAA) Bruno Cilento (BNAS) Blu Posillipo (BLOD) Nero (NEAS) Marrone Testa di Moro (MTDM) Avorio (AVOO) Bianco Capodimonte (BIOA) Grigio Nisida metallizzato (GMAS) Verde Aqua metallizzato (VAMT) dal 1982 Cuivre metallizzato (RCMT) ab 1982 Con il lancio della serie III nel 1980 Alfa Romeo introdusse una rinnovata gamma di colori. I colori luminosi degli anni 70 sparirono in favore di colori più accettabili. Cambiarono anche i nomi. Adesso il nome del colore descrive da solo il colore. (Ma chi al mondo vorrebbe come nome del colore il nome del colore della testa o del colore della pelle? In Francia fu anche chiamato Tête de négre... ) L'Alfasud 1.5 QO / GCL fu offerta con tre differenti toni di vernice metallizzata come equipaggiamento standard: Grigio Nisida, Verde Aqua e Cuivre (rame). Qualche QO fu inoltre venduta nel colore Rosso Alfa. L'Alfasud Ti 1.5 QV fu disponibile solamente in pochissimi colori: Rosso Alfa, Nero e come optional in Grigio Nisida metallizzato. Questo è l'inizio di una tradizione. Il top di gamma di un modello, da questo momento in poi, fu disponibile solo in tre colori. (ricordiamo l'ARNA 1.3 Ti e la 164 3.0 V6 QV). L'Alfasud Ti 1.3 fu disponibile nei colori metallizzati dell'Alfasud 1.5 QO dal 1982 in poi. Alfasud Sprint serie I / II Bianco Capodimonte (BIOA) Blu Posillipo (BLOD) Giallo Pozzuoli (GTAS) Rosso Corallo (ROAN) non per il mercato italiano Rosso Alfa (ROAA) Verde Matese (VMSA) non per il mercato italiano Giallo Pompei (GPAS) Bruno Cilento (BNAS) Grigio Indaco (GRIN) non per il mercato italiano Verde Pino (VEPI) Nero (NEAS) Avorio (AVOO) dal 1980 Verde Faito metallizzato (VMAS) non per il mercato italiano Grigio Nisida metallizzato (GMAS) Sprint series III Rosso Alfa (ROAA) Nero (NEAS) Bianco Capodimonte (BIOA) fino al 1986 Avorio (AVOO) nur Sprint 1.3 fino al 1986 Marone Testa di Moro (MTDM) solo Sprint 1.3 fino al 1986 Grigio Nisida metallizzato (GMAS) till 1986 Verde Aqua metallizzato (VAMT) nur Sprint 1.3 fino al 1986 Cuivre metallizzato (RCMT) solo Sprint 1.3 fino al 1986 Bianco Argento metallizzato (BGMT) dal 1987 Gli aquirenti della Sprint 1.5 QV poterono solo scegliere tra i colori Rosso Alfa, Bianco Capodimonte, Nero e Grigio Nisida metallizzato mentre la Sprint 1.3 era disponibile in ulteriori colori metallizzati (a cominciare dalla gamma colori dell'Alfasud serie III) all'inizio della sua carriera. Con il lancio della Sprint 1.7 QV tre colori rimasero in gamma: Rosso Alfa, Nero e il nuovo colore Bianco Argento metallizzato. Chiedo scusa per eventuali errori. questi dati li ho presi dal sito di un club di Alfasud francese.. il tutto era scritto in inglese, io mi sono limitato a tradurlo in italiano e a cercare di impaginarlo nel miglior modo possibile.
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#9
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Da Wikipedia
Verso la fine degli anni sessanta, l'Alfa Romeo, che da tempo sperimentava la trazione anteriore (prototipo 103), decise di ampliare la sua gamma verso il basso per fronteggiare il notevole successo dei modelli di altre case dotate di una soluzione simile, come, ad esempio, Austin 1100, Fiat 128 e Lancia Fulvia. La vettura assunse anche un ruolo sociale. Lo Stato Italiano, proprietario della Casa del biscione, decise di creare, per favorire l'occupazione delle regioni del Sud Italia, un nuovo stabilimento a Pomigliano d'Arco, in provincia di Napoli, per assemblare il nuovo modello. Nel 1967 iniziò, contemporaneamente, la progettazione dello stabilimento e del nuovo modello, entrambe sotto la responsabilità tecnica dall'ingegnere Rudolf Hruska, uno dei più importanti tecnici della scena internazionale, già "braccio destro" di Ferdinand Porsche e consulente Fiat, Simca, Cisitalia e Abarth. La sagomatura della carrozzeria, invece, venne congiuntamente affidata alla neonata Italdesign di Giorgetto Giugiaro e a Carlo Felice Bianchi Anderloni. La gestione dell'operazione, capitanata da Hruska, fu resa completamente autonoma attraverso la creazione di Alfasud S.p.A. (con sede a Pomigliano d'Arco) che operava, nel completamento dello stabilimento e nella progettazione del nuovo modello, in maniera formalmente indipendente dalla cosiddetta "Alfanord" di Arese. L'Alfasud venne presentata nel 1971 al salone dell'automobile di Torino. Si trattava di una berlina a due volumi con coda fastback e quattro porte (il portellone posteriore arrivò solo nel 1982), caratterizzata da soluzioni meccaniche "evolute": trazione anteriore, motore 4 cilindri boxer, freni a disco su tutte le ruote, retrotreno a ponte rigido con parallelogramma di Watt e avantreno MacPherson. Discreto il Cx di 0,40, ma non eccezionale se paragonato allo 0,30 della concorrente Citroen GS del 1970 o allo 0,34 della Giulia del 1962. La prima serie (1972-77) Gli interni erano di impostazione sportiveggiante, ma la qualità dei materiali e dell'assemblaggio erano giudicati modesti. Le finiture spartane (pavimento in gomma, sedili in skai, plastiche della plancia economiche) erano parzialmente compensate dalla dotazione di buon livello (volante e sedile di guida regolabili in altezza e posizione, moderno impianto di ventilazione). Mancavano tuttavia il contagiri ed il servofreno. Un’Alfasud prima serie Giardinetta vista dal frontale, modificato con i doppi fari, i rostri ai paraurti e lo spoiler della TiL'Alfasud portò al debutto il nuovo Motore boxer Alfa Romeo (soluzione che permise a Giugiaro di disegnare un frontale molto basso e sfuggente) raffreddato ad acqua di 1186cc. Non forniva prestazioni esaltanti coi suoi 63cv a 6000 giri, ma era pronto e disponibile nel salire di giri e, abbinato ad un cambio manuale a 4 marce, consentiva alla nuova Alfa Romeo di toccare i 153 km/h. La commercializzazione della berlina a 4 porte iniziò nel 1972 ad un prezzo di 1.420.000 lire. Il successo fu buono, soprattutto per il comportamento stradale, ma la vettura tuttavia soffriva di grossi problemi qualitativi che ne rallentarono la diffusione. La carrozzeria presentava dopo pochissimo tempo (qualche mese nei paesi del Nord Europa) evidenti tracce di ruggine che aggredivano i parafanghi anteriori e gli archi interni delle ruote, formandosi persino sui pannelli centrali, e la qualità costruttiva generale lasciava, visto il prezzo, parecchio a desiderare. L'assenza di servofreno (aggiunto solo nel 1973) e contagiri furono giudicate gravi dagli Alfisti, che mal digerirono anche la trazione anteriore. Nel 1974 l'arrivo della Alfasud L, con allestimento più ricco (sedili in panno, pavimento in moquette, appoggiatesta anteriori, rostri ai paraurti, profili cromati ai finestrini, finiture più curate) e motore migliorato nell'erogazione di coppia (9 kgm a 3200 giri anziché 8,5 a 3500) mitigò le critiche a finiture e dotazioni. Dal 1975 la L adottò il cambio a 5 marce, cambiando nome in Alfasud 5m. Nel 1973 arrivò la versione Alfasud Ti a 2 porte, con allestimento sportivo. Le differenze, oltre al numero di porte, riguardavano: Nuovi gruppi ottici a quattro proiettori circolari Indicatori di direzione anteriori sui paraurti anteriori Rostri ai paraurti Cerchi specifici (in lamiera) e pneumatici maggiorati Spoiler anteriore (sotto al paraurti) e alettone perimetrale posteriore nero (che riducono il CX a 0,39) Tergicristalli, montante centrale e griglie di sfogo nere. L'interno era più curato grazie ai nuovi sedili sportivi con fascia centrale in tessuto e fianchetti in skai, ai poggiatesta anteriori, al volante a tre razze, alla moquette sul pavimento ed alla dotazione che comprendeva finalmente il contagiri, il manometro dell'olio e il termometro dell'acqua. Dal punto di vista tecnico si segnalavano il motore potenziato a 68cv (grazie ai nuovi alberi a camme), il cambio a 5 marce ed il servofreno. Nel 1976 la cilindrata del motore aumentò a 1286cc e la potenza passò a 75cv. Nel 1975 debuttò la versione station wagon a 3 porte denominata Giardinetta. L'allestimento era quello della berlina standard, ma il motore adottava le specifiche della L. La linea poco riuscita ne limitò notevolmente il successo. Prima serie restyling (1977-80) Nel 1977 alcuni piccoli ritocchi (nuovi paraurti con fascia in gomma, mascherina rivista, griglie di sfogo nere, biscioni sui montanti posteriori) diedero vita ad una nuova gamma. Alla base rimase la versione 1200 da 63cv con cambio a 4 marce (ora denominata Alfasud N), mentre ad un livello superiore rimase l'Alfasud 5m. Al top della gamma debuttarono le Alfasud Super, con finiture più curate, cambio a 5 marce e motore 1200 da 63cv o 1300 da 68cv. La Giardinetta, ritoccata nel '77 come la berlina, conservò l'allestimento base, ma adottò il motore di 1286cc da 68cv abbinato al cambio a 5 marce. Anche la versione a 2 porte Ti, venne aggiornata (nuovi paraurti con fascia in gomma, nuovo alettone posteriori, nuovi codolini passaruota neri, nuovi rivestimenti interni). Invariato il motore 1300 da 76cv. Nel 1978 la cilindrata del 1300 passò, per tutte le versioni, da 1286 a 1351cc e la potenza crebbe a 71cv. Contemporaneamente, sulle Ti, il boxer 1300 venne affiancato da una versione di cubatura maggiorata a 1490cc da 84cv. La seconda serie (1980-84) Nel 1980 un restyling più profondo cambiò il frontale (mascherina e gruppi ottici), la coda (nuovo cofano bagagli, luci più estese), i paraurti (in plastica nera), cornici e gocciolatoi (neri) e gli interni (completamente nuovi). La gamma comprendeva: Alfasud 1.2 4m (con motore da 63cv e cambio a 4 marce) Alfasud 1.2 5m (con motore da 68cv e cambio a 5 marce) Alfasud 1.3 (con motore da 79cv) Alfasud 1.5 (con motore da 84cv) La versione base 1.2 4m era riconoscibile per i paraurti più sottili, l'assenza di bande protettive laterali e la dotazione ridotta all'osso. Non venne più riproposta la poco gradita Giardinetta. Nel 1982 arrivò finalmente il portellone posteriore per le versioni 5 porte SC. Alla base rimase la S a 4 porte, mentre il top di gamma era rappresentato dalla 1.5 5porte Quadrifoglio Oro, con motore 1500 bicarburatore da 95cv e finiture curate (interno in velluto, volante in legno, mascherina argento metallizzato). La gamma '82 comprendeva: Alfasud 1.2 4p S (con cambio a 4 marce e motore da 63cv) Alfasud 1.2 4p/5p SC (con cambio a 5 marce e motore da 68cv) Alfasud 1.3 4p/5p SC (con motore da 79cv) Alfasud 1.5 5p Quadrifoglio Oro (con motore da 95cv). Nel 1980 anche le Ti vennero aggiornate, sulle tracce della berlina 4 porte. Potenziati (grazie all'alimentazione bicarburatore) i motori di 1351cc (86cv) e 1490cc (95cv). Nel 1981 le Ti abbandonarono la configurazione a 2 porte per adottare quella a 3 porte, grazie al portellone posteriore. Furono le prime Alfasud ad adottarlo. Nello stesso anno arrivò la versione 4p Valentino firmata, con colorazione bordeaux metallizzata e nera, cerchi color oro, interni in velluto nero, volante in legno. Il motore era il 1200 da 68cv. Nel 1982 la 1.5 Ti, lasciò il posto alla più potente (105cv) 1.5 Ti Quadrifoglio Verde, riconoscibile per i cerchi in lega, le bandelle sottoporta e i sedili più sportivi. Inoltre entrò in listino la versione, la 4p Junior, con una dotazione di serie essenziale e solo con motore 1.2 da 68v e cambio a 5 marce.
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#10
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L'Alfasud Sprint
Benché la moda delle coupé volgesse al termine, nel 1976 l'Alfa Romeo decise di lanciare l'Alfasud Sprint, una coupé a 4 posti con carrozzeria fastback e portellone posteriore. Disegnata da Giugiaro e fortemente ispirata alla Alfetta GT, era una vettura riuscita. Il motore era il boxer di 1286cc da 76cv, brillante ma non potentissimo. Il prezzo elevato e la qualità mediocre limitarono il successo. Nel 1978 la gamma venne ampliata con l'introduzione delle versioni Veloce 1.3 e Veloce 1.5, mosse dalle versioni bicarburatore dei boxer di 1351cc (86cv) e 1490cc (95cv). Alla base rimase la versione 1.3 con motore 1351 monocarburatore da 79cv. Nel 1983 un restyling (nuovi paraurti in plastica, nuova mascherina, nuovi gruppi ottici posteriori, nuovi massicci fascioni laterali, verniciatura in nero di tutte le parti prima cromate e nuovi interni) diede vita alla seconda serie, denominata semplicemente Sprint (senza più Alfasud). Due le versioni disponibili: la 1.3 (1351cc, 86cv) e la 1.5 Quadrifoglio Verde (1490cc, 105cv). Quest'ultima era riconoscibile per i filetti verdi su paraurti e fascioni ed i sedili sportivi con poggiatesta traforati. Nel 1986 la linea venne alleggerita, grazie all'eliminazione dei fascioni laterali e ad alcune modifiche ai paraurti. La cilindrata della Quadrifoglio Verde (che adottò un piccolo alettone posteriore in tinta) crebbe da 1490 a 1712cc (114cv). La fine Nel 1983 venne presentata l'Alfa Romeo 33 destinata a sostituire l'Alfasud nel 1984. Sopravvisse solo la Sprint che continuò la sua carriera fino al 1988.
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