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Le ragioni che dettarono la riapertura dello stabilimento furono sostanzialmente tre: 1° La forte immigrazione che dal sud si spostava verso il nord avrebbe ben presto fatto nascere notevoli problemi di sovraffollamento, per cui risultava improponibile la costruzione di un nuovo stabilimento al nord. 2° In quegli anni, fu varata una legge che favoriva l'industrializzazione al sud e che permetteva di usufruire di facilitazioni finanziarie. 3° L'Alfa Romeo aveva avuto già un'esperienza positiva negli anni '40 impiantando uno stabilimento al sud. L'Alfasud, purtroppo, si trovò subito in serie difficoltà finanziarie poichè da una parte non riusciva a rispondere pienamente alle richieste del mercato, mentre dall'altra si trovava a dover affrontare non solo la crisi energetica, ma una più generale che comprese tutto il mondo dell'industrializzazione negli anni '70. Si trovò quindi a dover riesaminare tutti i preventivi fatti precedentemente e che ormai non trovavano più riscontro nella nuova realta economica, in più doveva risolvere problemi interni causati dagli operai e dalle maestranze derivati dal disaccordo tra quelli arrivati dal nord e i nuovi assunti del sud. In pratica il problema maggiore fu dato dal fatto che l'Alfasud non fu un'azienda del meridione, ma del nord; prova ne furono gli uffici che furono trasferiti a Napoli solo qualche anno dopo l'apertura dello stabilimento (1971), per cui fino ad allora avevano operato in un ambiente sociale ed economico differente a quello degli stabilimenti. Nel 1972 Luraghi lasciava l'Alfa Romeo e questa si trovò ad affrontare un lungo periodo di transizione, coincidente con le massicce rivendicazioni sindacali e operaie che caratterizzarono gli anni '70, fino all'arrivo nel 1978 di Ettore Masaccesi il quale attuò una nuova ristrutturazione, la seconda dopo quella realizzata da Ugo Gobbato negli anni '30, per meglio inserirla nelle nuove congiunture economiche e di mercato. La ristrutturazione interna prevedeva il risanamento finanziario e il rifacimento degli obiettivi che dovevano essere più rispondenti alla realtà; in pratica un'organizzazione non più orientata verso la tecnica, ma verso il mercato sviluppando sia le funzioni finanziarie che il Controllo di Gestione e la Direzione Commerciale. L'Alfa Romeo non riuscì più a seguire il processo di crescita che aveva conosciuto con Luraghi, anche la Joint Venture con la casa automobilistica giapponese Nissan (AR.N.A. Alfa Romeo Nissan Autoveicoli), per la produzione di una nuova vettura, non dette i risultati sperati e nel 1986 la Finmeccanica la cedette al gruppo FIAT che la concentrò insieme con Lancia in un nuovo raggruppamento denominato "Alfa Lancia S.p.A.", divenuto operativo nel 1987. FONTE... alfa156selespeed.altervista 156/156b htm
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