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Vecchio 08-02-2009, 19.32.22
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Predefinito Alfa Romeo 156 1997-2005

Alfa Romeo 156
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Premio Auto dell'anno nel 1998

Costruttore: Alfa Romeo
Descrizione generale
Tipo Berlina

Inizio produzione 1997

Sostituisce la: Alfa Romeo 155

Fine produzione berlina 2005, sport wagon 2006, crosswagon 2007.

Sostituita da: Alfa Romeo 159

Esemplari prodotti circa 680.000
Altre caratteristiche
Dimensioni e pesi
Lunghezza 4.435 mm

Larghezza 1.743 mm
Altezza 1.390 mm
Passo 2.595 mm
Peso da 1.340 a 1.485 kg

Altre versioni
Sportwagon
Crosswagon

Assemblaggio: Pomigliano d'Arco (NA)
Design Walter De Silva

Altre antenate
Altre eredi
Della stessa famiglia
Lancia Lybra
Alfa Romeo GT

Concorrenti
Audi A4
BMW Serie 3
Ford Mondeo
Mercedes-Benz Classe C
Opel Vectra
Renault Laguna
Volkswagen Passat
Volvo S40 / V40

Note design della seconda serie
a cura di Giorgetto Giugiaro


Vista posteriore di una 156 prima serie

L'Alfa Romeo 156 è una vettura di segmento D commercializzata dal 1997 al 2007 dalla casa di Arese.
La nascita
Per gli appassionati del marchio, l'Alfa 155 aveva in qualche modo minato la reputazione della casa del biscione per quel che doveva essere l'aspetto dinamico di una vettura di Arese. La 155 veniva rimproverata in particolare di aver completamente abbandonato i caratteri sportivi del marchio per abbracciare una condivisione fin troppo stretta con la Fiat Tipo dalla quale discendeva. Il gruppo Fiat cercò allora di realizzare una sostituta della 155 che potesse ritrovare quelle caratteristiche dinamiche che gli alfisti chiedevano, senza tuttavia rinunciare a quella condivisione di elementi che aveva caratterizzato il progetto di vettura modulare "Tipo". Niente ritorno della trazione posteriore dunque, ma una vettura che potesse basarsi su un telaio nuovo (quello della Fiat Bravo) e su sospensioni inedite: nuovi quadrilateri alti all'anteriore e McPherson al posteriore. Questo fu il compromesso trovato dal gruppo Fiat, nella speranza di poter tornare a soddisfare quelle che erano le richieste di un mercato molto esigente quale quello che sempre si era rivolto alle vetture Alfa Romeo.
Fu sotto queste linee guida che al Salone di Francoforte del 1997 venne presentata la nuova Alfa Romeo 156, la quale ottenne fin da subito un enorme numero di consensi sia da parte degli appassionati del marchio, sia da parte delle riviste specializzate. A riprova di questo, i numeri di vendita sopra ogni aspettativa (90mila ordini solo nei primi 4 mesi di commercializzazione) e il titolo di Auto dell'anno 1998. Solo nel 2000 verrà poi lanciata la versione station wagon della 156, denominata Sportwagon.
Alfa Romeo 156 prima serie
La 156 è un'auto caratterizzata da una linea particolarmente armoniosa e al tempo stesso aggressiva, che porta la firma di Walter De Silva. La vettura abbandona completamente lo stile spigoloso e a cuneo della 155, in favore di una linea più dolce composta da linee tese e raccordi ad ampio raggio. Una caratteristica particolare è data poi dallo spostamento delle maniglie delle portiere posteriori in una posizione integrata con i finestrini laterali, tale da renderne difficile l'individuazione ad un primo sguardo.
Anche gli interni portano in dote la stessa evoluzione stilistica degli esterni: linee molto morbide caratterizzano l'intera plancia e due grandi elementi circolari costituiscono il cruscotto di fronte al pilota. Tre piccoli strumenti circolari presenti sulla plancia centrale seguono la tradizione della casa. Il volante, inedito, incorpora l'airbag (fino a quel momento riservato solo alla più lussuosa 164) e, in optional, può avere la corona in radica.
Il Model Year 2002 (Restyling) propone numerose novità, a livello di estetica, equipaggiamenti e motorizzazioni. Per quanto riguarda gli interni, Alfa Romeo cerca sopperire alle richieste dei clienti, i quali avevano avvertito un livello di qualità inferiore rispetto al resto dell'auto. Viene quindi modificata profondamente la parte centrale della plancia che, in alto, si arricchisce del computer multifunzione di bordo. Viene allargata l'offerta di colori e viene proposta per la prima volta la possibilità di ottenere una colorazione in due toni. Numerosi optional vengono aggiunti: nuovi servizi di infotainment (denominati CONNECT e CONNECT NAV), l'impianto stereo BOSE e un nuovo sistema di climatizzazione automatica bi-zona. Viene infine adottato un nuovo volante (provvisto di tasti per il controllo per l'impianto stereo) il quale, per le versioni dotate di cambio Selespeed, sostituisce i tasti sulle razze con delle levette (meglio conosciute come paddles).
Gli esterni sono caratterizzati da nuovi paraurti completamente in tinta con la carrozzeria, al pari degli specchietti retrovisori. Sono inoltre disponibili dei nuovi fari allo xenon.
La seconda serie Nel fine Giugno 2003 entra poi in scena la seconda serie della 156 (Lifting), la quale introduce uteriori innovazioni e aggiornamenti. In questo caso, la linea esterna subisce un restyling ad opera di Giorgetto Giugiaro, che anticipa, in qualche forma, quella che sarà il design della successiva 159 (affidata allo stesso designer).
La dinamica
La guidabilità è, come da tradizione Alfa Romeo, di prim'ordine, grazie a una elevata resistenza torsionale e a un intelligente schema di sospensioni, con una soluzione a quadrilatero alto (derivata dalle corse) all'anteriore e McPherson sull'asse posteriore. Tale soluzione permette di ridurre l'effetto di sottosterzo grazie a una certa azione autosterzante delle ruote posteriori. Se la tenuta e la stabilità ne beneficiano, non si può dire altrettanto del diametro di sterzata, scarsamente ampio e quindi scomodo in manovra.
La berlina fu offerta sul mercato con la sola trazione anteriore con motore trasversale, ma dal 2003, in concomitanza con il restyling di Giugiaro, furono introdotte due versioni della Sportwagon a trazione integrale "Q4" abbinata al motore "Multijet" da 150 CV, una con caratterizzazione più stradale, l'altra, denominata "Crosswagon", con una certa vocazione fuoristradistica, grazie alla presenza di un assetto rialzato, a protezioni sotto la scocca e sotto i paraurti. Tali veicoli si basano su uno schema di trazione integrale a 3 differenziali, di cui il centrale è di tipo "Torsen C". La coppia motrice viene trasmessa al 58% all'asse posteriore in condizioni di aderenza ideale. È lecito dire che le versioni Q4 della 156 furono introdotte anche a scopo di studiare il nuovo sistema di trazione integrale, per perfezionarlo in vista del lancio, di lì a breve, della sostituta Alfa 159.
Assemblaggio
Di particolare rilevanza è l'uso, per la prima volta su un modello di grande serie, di componenti di assemblaggio in magnesio. Sono infatti realizzati in questo leggerissimo materiale la traversa di supporto della plancia, l'anima metallica dello sterzo, ed il telaio dei sedili anteriori.
Malgrado questo, la qualità complessiva dell'assemblaggio della vettura prodotta negli stabilimenti di Pomigliano d'Arco (NA), non sempre ha saputo soddisfare le richieste degli acquirenti, complici disallineamenti evidenti e giochi eccessivi tra le parti sia esterne che interne.
L'Alfa 156 è stata anche assemblata in Thailandia tra il marzo 2002 e fine 2004. Poche centinaia di esemplari sono usciti dallo stabilimento General Motors locale.
Lo Sport:Così come fu per la 155, anche l'Alfa Romeo 156 fu da subito impegnata in numerosi campionati sportivi: prese parte, infatti, al CIT, ETCC e WTCC.
In particolare, è nello European Touring Cars Championship (campionato organizzato per 5 stagioni dal 2000 al 2004 e poi soppiantato dall'odierno WTCC) ad ottenere i maggiori successi tra cui 4 titoli europei consecutivi: dal 2000 al 2002 guidata da Fabrizio Giovanardi, nel 2003 ad opera di Gabriele Tarquini. Ancora nel 2004, malgrado la mancata vittoria del tiolo piloti e di quello costruttori, l'Autodelta Squadra Corse è la scuderia con il maggior numero di punti.
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Vecchio 08-02-2009, 19.36.01
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Predefinito Alfa Romeo 156 plurivittorisa nelle competizioni

L'anno successivo, ossia nel 2005 l'Alfa prende parte al nuovo WTCC, ancora con la 156 e riesce a conquistare la seconda posizione nel campionato costruttori, con un'auto che ormai conta ben 8 anni sulle spalle. Purtroppo, a fine campionato, invece di puntare all'inserimento di una nuova vettura che potesse continuare a raccogliere i successi della 156, l'Alfa Romeo decide di ritirarsi dal WTCC quale team ufficiale. Per il 2006 e il 2007 rimangono ancora le 156 preparate da Autodelta, ma con una competitività che naturalmente scemandosi nei confronti delle avversarie più agguerrite quali BMW, Seat e Chevrolet.
L'Alfa 156 che ha corso nel FiaEtcc e FiaWtcc, corrispettivamente con i nomi 156 Gta e 156 Autodelta aveva una potenza di 275 Cv con un regime massimo di rotazione di 8.500 rpm, trazione anteriore, cambio sequenziale a 6 marce con innesti Hewland e una magra dieta di peso a base di carbonio.
Ciò la rese una delle macchine più temute del campionato.
L'Alfa 156 ha preso parte, con numerevoli successi, anche al Campionato Italiano Turismo.
Albo d'oro:
•1998 Campionato Italiano Turismo - Alfa Romeo 156 D2, Fabrizio Giovanardi
•1999 Campionato Italiano Turismo - Alfa Romeo 156 D2, Fabrizio Giovanardi
•2000 ETCCC Alfa Romeo 156 D2, Fabrizio Giovanardi
•2001 FIA ETCC - Alfa Romeo 156 D2, Fabrizio Giovanardi
•2002 FIA ETCC - Alfa Romeo 156 GTA Super 2000, Fabrizio Giovanardi
•2003 FIA ETCC – Alfa Romeo 156 Super 2000, Gabriele Tarquini
Touring versions:
•Alfa Romeo 156 D2, 1997 cc - 310 CV @ 8200 rpm
•Alfa Romeo 156 GTA Super 2000, 1998 cc - 260 CV @ 8450 rpm
•Alfa Romeo 156 Super 2000, 1998 cc - 275 CV @ 8450 rpm
Gamma motori [modifica]
L'innovazione motoristica [modifica]
Da sottolineare la principale innovazione portata dalla 156, per la quale essa passerà alla storia dell'automobile: l'introduzione, per la prima volta al mondo, e in contemporanea con la Mercedes-Benz, (in quanto il brevetto del Common Rail apparteneva alla Fiat ed era stato messo a punto assieme al Politecnico di Bari, ma per le cartolarizzazioni fu venduto alla Bosch) Classe C, del motore turbodiesel a iniezione diretta "Common rail", nel 1997, una vera rivoluzione nella tecnologia motoristica, ora impiegata da tutte le Case (anche il Gruppo VW utilizzerà il common-rail al posto del rumoroso iniettore-pompa e pompa rotativa). La storia del Common Rail è una storia molto italiana ed il "padre" del sistema Common Rail è considerato l' ingegnere barese Mario Ricco (all' epoca direttore del "Centro Ricerche Alimentazione Motori Elasis" a Bari). Ed infatti mentre la parte elettronica è stata sviluppata dal Centro Ricerche Fiat di Orbasssano e dai centri Magneti Marelli di Torino e Bologna; l' iniettore, la pompa ed il regolatore di pressione (in pratica il "cuore" del sistema Common rail) sono stati sviluppati proprio dal "Centro Ricerche Alimentazione Motori Elasis" di Bari (centro ricerche del gruppo Fiat). Ed ancora oggi è a Bari, nella zona industriale, lo stabilimento della Bosch che produce le pompe ad alta pressione per tutto il mercato europeo.
Nel 2003, inoltre, la 156 ha introdotto per le motorizzazioni diesel la tecnologia "Multijet" (associata a una distribuzione a 4 valvole per cilindro) che permette iniezioni di gasolio multiple per ogni combustione, migliorando prestazioni e consumi.
Sul versante dei motori a benzina, nel 2002 Alfa Romeo sostituisce il classico 2.0 Twin Spark ( che rispetto al vecchio 2000 TS 16V della 155 aveva adottato un sistema di collettori a lunghezza variabile arrivando a 155 CV) con il nuovissimo 2.0 JTS (Jet Thrust Stoichiometric) a iniezione diretta, capace di sviluppare 165 CV e 210 Nm di coppia massima, ottenendo un netto risparmio sui consumi rispetto al precedente motore, che però alla guida appare più appagante, anche a causa del più avanzato stato di sviluppo del vecchio bialbero a doppia accensione.
Per quanto riguarda il top di gamma l'innovazione lascia posto alla tradizione. Si trovano infatti due versioni del mitico propulsore V6 "Busso" (dal nome del suo progettista), che montato proprio su 156, oltre che sull'Alfa Romeo 147 concluse trent'anni di onorata carriera: un 2.5 da 192 CV e il 3.2 GTA da 250 CV, che si può dire il canto del cigno di questo stupendo esemplare di tecnologia motoristica. Spinta dal corposo V6 3.2 litri, la 156 si spinge fino a 250 km/h e accelera da 0 a 100 km/h in 6.3 secondi.
Motori a benzina [modifica]
I motori a benzina sono i classici Alfa Romeo già adottati negli ultimi anni anche dalla precedente Alfa 155: i Pratola Serra a 4 cilindri e il Busso V6 bialbero da due litri e mezzo quale punta di diamante. Entrambi rispettano la nuova norma antinquinamento Euro 2. Scompare di listino la motorizzazione turbo di 2 litri.
I motori Pratola Serra sono caratterizzati da una distribuzione a 4 valvole per cilindro comandate da un doppio albero a camme in testa. Ciascun cilindro può vantare poi una doppia candela di accensione (in inglese "Twin Spark", che per appunto è anche la denominazione usata da Alfa Romeo).
Il V6 Busso bialbero a 24 valvole è invece l'ennesima evoluzione dello storico motore progettato dall'ingegner Giuseppe Busso. In un primo momento viene offerto unicamente in versione da due litri e mezzo di cilindrata, mentre nel 2002 verrà offerta anche la nuova versione da 3.2 litri abbinata alla storica sigla GTA.
Nel 2000 tutti i benzina subiscono una serie di aggiornamenti tali da rispettare la nuova normativa antinquinamento Euro 3. Nel Febbraio 2002 invece, insieme al restyling 2002 viene inserita nella gamma la nuova versione ad iniezione diretta della motorizzazione di 2 litri, denominata 2.0 JTS ed omologato EURO 4.
Modello Anni Cilindrata
Rappoprto di
compressione Potenza
Coppia
0-100 Km/h, s Velocità max
(Km/h) Consumo
medio (Km/l)
1.6 TS 1997-2000 1598 Cm³ 10.3:1 88.0 kW (119.6 CV)
@6300 RPM 144 Nm (14.7 kgm)
@4500 RPM 10.5 200 12.2
1.6 TS 2000-2005 1598 Cm³ 10.3:1 89.5 kW (121.7 CV)
@6300 RPM 144 Nm (14.7 kgm)
@4500 RPM 11.0 200 12.2
1.8 TS 1997-2000 1747 Cm³ 10.3:1 105.9 kW (144.0 CV)
@6500 RPM 169 Nm (17.2 kgm)
@3500 RPM 9.3 210 12.2
1.8 TS 2000-2005 1747 Cm³ 10.3:1 107.4 kW (146.0 CV)
@6500 RPM 169 Nm (17.2 kgm)
@3500 RPM 9.6 210 12.2
2.0 TS 1997-2000 1970 Cm³ 10.0:1 114.1 kW (155.1 CV)
@6400 RPM 187 Nm (19.1 kgm)
@3500 RPM 8.9 208 11.8
2.0 TS 2000-2002 1970 Cm³ 10.0:1 110.4 kW (150.1 CV)
@6200 RPM 187 Nm (19.1 kgm)
@4000 RPM - - -
2.0 JTS 2002-2005 1970 Cm³ 11.3:1 122 kW (166 CV)
@6400 RPM 206 Nm (21.0 kgm)
@3250 RPM 8.2 220 11.2
2.5i V6 1997-2000 2492 Cm³ 10.3:1 139.4 kW (189.6 CV)
@6300 RPM 222 Nm (22.6 kgm)
@5000 RPM 7.3 230 8.8
2.5i V6 2000-2005 2492 Cm³ 10.3:1 141.7 kW (192.6 CV)
@6300 RPM 222 Nm (22.6 kgm)
@5000 RPM 7.4 230 8.8
GTA 2002-2005 3179 Cm³ 10.5:1 183.4 kW (249.4 CV)
@6200 RPM 300 Nm (30.6 kgm)
@4800 RPM 6.2 250 -
Motori a gasolio [modifica]
Modello Motore Anni Cilindrata Potenza Coppia 0–100
km/h,s Velocità max
(Km/h) Consumo
medio (Km/l)
1.9 JTD l4 8v 1997-2000 1910 Cm³ 77 kW (105 CV)
@4000 RPM 255 Nm (26.0 kgm)
@2000 RPM 10.4 188 -
1.9 JTD l4 8v 2000-2001 1910 Cm³ 81 kW (110 CV)
@4000 RPM 275 Nm (28.0 kgm)
@1800 RPM 10.3 191 -
1.9 JTD l4 8v 2001-2002 1910 Cm³ 85 kW (115 CV)
@4000 RPM 275 Nm (28.0 kgm)
@2000 RPM 10.3 191 -
1.9 JTDm l4 16v 2002-2004 1910 Cm³ 103 kW (140 CV)
@4000 RPM 305 Nm (31.1 kgm)
@2000 RPM 9.3 209 -
1.9 JTDm l4 16v 2004-2006 1910 Cm³ 110 kW (150 CV)
@4000 RPM 305 Nm (31.1 kgm)
@2000 RPM 9.1 212 -
2.4 JTD l5 10v 1997-2000 2387 Cm³ 100 kW (136 CV)
@4000 RPM 310 Nm (31.6 kgm)
@2000 RPM 9.5 203 -
2.4 JTD l5 10v 2001-2002 2387 Cm³ 103 kW (140 CV)
@4000 RPM 304 Nm (31.0 kgm)
@1800 RPM 9.4 205 -
2.4 JTD l5 10v 2002-2003 2387 Cm³ 110 kW (150 CV)
@4000 RPM 305 Nm (31.0 kgm)
@1800 RPM 9.4 212 -
2.4 JTDm l5 20v 2003-2006 2387 Cm³ 129 kW (175 CV)
@4000 RPM 385 Nm (39.4 kgm)
@2000 RPM 8.3 226
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Vecchio 08-02-2009, 19.39.22
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  #4  
Vecchio 08-02-2009, 19.55.10
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  #6  
Vecchio 09-08-2009, 20.03.41
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Complimenti per i video da te postati!
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  #7  
Vecchio 10-08-2009, 16.56.38
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Raccontaci più che altro qualcosa sull'unica GTAm originale



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  #8  
Vecchio 10-08-2009, 16.58.49
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Queste invece le tengo apposta separate per la storicità del modello!


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