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STORIE DELLA STRADA I nostri ed i vostri racconti della strada.

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Vecchio 24-08-2014, 15.48.34
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QuadrifoglioSalernitano QuadrifoglioSalernitano non è connesso
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Data registrazione: 28-07-2014
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Predefinito Racconti dal Quadrifoglio.

Lo avevo in qualche modo annunciato nel mio post di presentazione: mi piace scrivere! Premessa che non sempre il lavoro mi permette di dedicarci tempo, però meglio piano e fatto bene che frequentemente e "arrunzat", tanto per usare un'espressione locale.
Allora perchè non far convolare a nozze due passioni forti, che si collegano entrambe direttamente al cuore, quel cuore che, come ci piace dire, ha sempre ragione? Storie della strada... lo immaginavo già non appena lessi il titolo di questa sezione del forum. Unire le emozioni provate con le nostre Alfa a quelle della carta stampata? Va bene, siamo su un forum, la scrittura è fatta di pixel, ma ci arrangiamo.
Questa qui è basata su una guida fatta personalmente, seppur "romanzata":

Avete mai provato la Costiera Amalfitana di notte? Io si. E' qualcosa di unico al mondo, bello come un'aurora boreale o come l'impeto di una legione. Se poi a farti compagnia c'è una 147 più nera della notte stessa, con le sue lucine interne rosse, a pan tan con le cuciture dei tappetini, è una gioia cromatica.
Quelli del posto vi diranno "ma sei matto? In Costiera con la tua macchina? Ma come fai?". Non hanno tutti i torti. Nel periodo estivo è trafficata quasi sempre, per la gioia dei motociclisti. Eppure, chi la conosce, sa che ci sono dei momenti in cui si scopre tutto il piacere di guidare. La strada è deserta, la striscia bianca, rigorosamente continua, risplende sotto gli occhioni a goccia che illuminano il percorso. L'orologio di bordo segna una qualche ora a cifre piccole, non ci faccio tanto caso, così come non bado alla comitiva di amici che mi porto in macchina, ne fosse rimasto uno solo sveglio! Ma non è un problema, ho buona compagnia... il paesaggio, il logo smaltato che ruota insieme al volante nero, gli aghi di contagiri e tachimetro che vanno su e giù, il mio disco preferito e quel rombo sommesso di un 1.9 JTDm poco davanti, nulla di paragonabile al Twin Spark di una Alfetta, sogno nel cassetto di un domani ancora remoto, ma sicuramente concilia il sonno dei miei amici e la mia voglia di guidare.
Da Amalfi a Salerno non è molto, sono soltanto 25 km, ma la strada è impegnativa, fatta di curve e tornanti. Senza traffico e senza correre si parla di 40/50 minuti. Ma a quell'ora della notte ogni metro percorso è speciale. La vista del chiaro di luna sul mare, i riflessi sulla nasona nera, i dolci giochi della fisica su vettura, passeggeri e conducente. Gli pneumatici, da poco ripassati con una giusta dose di nero per gomme, risplendono alla luce dell'astro d'argento, curvano dolcemente sull'asfalto consumato della strada statale 163, croce e delizia degli amanti della Costa d'Amalfi. Mi superano due motociclisti, stranamente non corrono neanche loro, probabilmente rapiti dallo stesso fascino che mi pervade, sembrano quasi godersi il momento, così come me. Non parlo, ho preso soltanto una Lemon Soda a dispetto della diavoleria trangugiata dai miei amici, ma il guidatore designato ha i suoi pro, se poi questa figura è un Alfista, beh, tanto di guadagnato.
La strada fugge sotto la macchina, le curve mi permettono di intravedere lei, Salerno. Non posso fare a meno di fermarmi in una piazzola a godermi l'atmosfera. I ragazzi continuano a dormire, a tratti anche rumorosamente. In momenti come questi capisco che il Nokia Lumia di fascia bassa lascia a piedi, perchè non avendo il flash non posso fare nè una foto alla mia nasona, nè alla vista, nè a tutte e due. Aspetto un po', ascolto i flutti, a me tanto cari in qualità di velista, mi sgranchisco le gambe, mando un paio di messaggi a chi è ancora sveglio e accetta di farmi compagnia. Una delicata brezza mi accarezza il volto, sarebbe perfetta per navigare. Ma stasera guido, e ho tre amici da riportare a casa. Prima di andare mi improvviso "appoggiatore seriale" sul lato della mia macchina, altri due messaggi e via. Giro la chiave, si riaccendono le luci e proseguo.
Arrivato in città faccio il giro per riportare a casa i miei compagni di viaggio silenziosi. Li sveglio con una gomitata e un amichevole "stamm a' cas", l'equivalente dialettale di "siamo arrivati a casa", pungente al punto giusto per ridestare i signori viaggiatori dal loro sonno.
Alla fine rincaso e con cura parcheggio la mia Alfa nel garage, preciso chirurgicamente per non fare danni nè allo scooter di papà nè all'armadio bianco del quale tante volte ho chiuso la porta con il posteriore.
Vado a nanna.

Il giorno dopo, ci rivediamo al bar, arrivo con la mia macchina, la cui linea desta sempre una profonda ammirazione. Questa volta sul tetto risplende un sole estivo, spettacolare si ma si infuoca facilmente, sia santa l'aria condizionata.
Si parla di ieri, li prendo in giro sulla gradita compagnia che mi hanno fatto.
"Uagliù, allora quando ce la facciamo un'altra passeggiata?"
Sorrido e sorseggio il mio Crodino. Rispondo fissando poi il naso della mia 147.
"Quando volete... ovviamente, guido io"
__________________
Mi toglievo il cappello ogni volta che vedevo passare un'Alfa. -Mr. Henry Ford.
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  #2  
Vecchio 24-08-2014, 15.55.36
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Originalmente inviato da QuadrifoglioSalernitano Visualizza messaggio
Lo avevo in qualche modo annunciato nel mio post di presentazione: mi piace scrivere! Premessa che non sempre il lavoro mi permette di dedicarci tempo, però meglio piano e fatto bene che frequentemente e "arrunzat", tanto per usare un'espressione locale.
Allora perchè non far convolare a nozze due passioni forti, che si collegano entrambe direttamente al cuore, quel cuore che, come ci piace dire, ha sempre ragione? Storie della strada... lo immaginavo già non appena lessi il titolo di questa sezione del forum. Unire le emozioni provate con le nostre Alfa a quelle della carta stampata? Va bene, siamo su un forum, la scrittura è fatta di pixel, ma ci arrangiamo.
Questa qui è basata su una guida fatta personalmente, seppur "romanzata":

Avete mai provato la Costiera Amalfitana di notte? Io si. E' qualcosa di unico al mondo, bello come un'aurora boreale o come l'impeto di una legione. Se poi a farti compagnia c'è una 147 più nera della notte stessa, con le sue lucine interne rosse, a pan tan con le cuciture dei tappetini, è una gioia cromatica.
Quelli del posto vi diranno "ma sei matto? In Costiera con la tua macchina? Ma come fai?". Non hanno tutti i torti. Nel periodo estivo è trafficata quasi sempre, per la gioia dei motociclisti. Eppure, chi la conosce, sa che ci sono dei momenti in cui si scopre tutto il piacere di guidare. La strada è deserta, la striscia bianca, rigorosamente continua, risplende sotto gli occhioni a goccia che illuminano il percorso. L'orologio di bordo segna una qualche ora a cifre piccole, non ci faccio tanto caso, così come non bado alla comitiva di amici che mi porto in macchina, ne fosse rimasto uno solo sveglio! Ma non è un problema, ho buona compagnia... il paesaggio, il logo smaltato che ruota insieme al volante nero, gli aghi di contagiri e tachimetro che vanno su e giù, il mio disco preferito e quel rombo sommesso di un 1.9 JTDm poco davanti, nulla di paragonabile al Twin Spark di una Alfetta, sogno nel cassetto di un domani ancora remoto, ma sicuramente concilia il sonno dei miei amici e la mia voglia di guidare.
Da Amalfi a Salerno non è molto, sono soltanto 25 km, ma la strada è impegnativa, fatta di curve e tornanti. Senza traffico e senza correre si parla di 40/50 minuti. Ma a quell'ora della notte ogni metro percorso è speciale. La vista del chiaro di luna sul mare, i riflessi sulla nasona nera, i dolci giochi della fisica su vettura, passeggeri e conducente. Gli pneumatici, da poco ripassati con una giusta dose di nero per gomme, risplendono alla luce dell'astro d'argento, curvano dolcemente sull'asfalto consumato della strada statale 163, croce e delizia degli amanti della Costa d'Amalfi. Mi superano due motociclisti, stranamente non corrono neanche loro, probabilmente rapiti dallo stesso fascino che mi pervade, sembrano quasi godersi il momento, così come me. Non parlo, ho preso soltanto una Lemon Soda a dispetto della diavoleria trangugiata dai miei amici, ma il guidatore designato ha i suoi pro, se poi questa figura è un Alfista, beh, tanto di guadagnato.
La strada fugge sotto la macchina, le curve mi permettono di intravedere lei, Salerno. Non posso fare a meno di fermarmi in una piazzola a godermi l'atmosfera. I ragazzi continuano a dormire, a tratti anche rumorosamente. In momenti come questi capisco che il Nokia Lumia di fascia bassa lascia a piedi, perchè non avendo il flash non posso fare nè una foto alla mia nasona, nè alla vista, nè a tutte e due. Aspetto un po', ascolto i flutti, a me tanto cari in qualità di velista, mi sgranchisco le gambe, mando un paio di messaggi a chi è ancora sveglio e accetta di farmi compagnia. Una delicata brezza mi accarezza il volto, sarebbe perfetta per navigare. Ma stasera guido, e ho tre amici da riportare a casa. Prima di andare mi improvviso "appoggiatore seriale" sul lato della mia macchina, altri due messaggi e via. Giro la chiave, si riaccendono le luci e proseguo.
Arrivato in città faccio il giro per riportare a casa i miei compagni di viaggio silenziosi. Li sveglio con una gomitata e un amichevole "stamm a' cas", l'equivalente dialettale di "siamo arrivati a casa", pungente al punto giusto per ridestare i signori viaggiatori dal loro sonno.
Alla fine rincaso e con cura parcheggio la mia Alfa nel garage, preciso chirurgicamente per non fare danni nè allo scooter di papà nè all'armadio bianco del quale tante volte ho chiuso la porta con il posteriore.
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Il giorno dopo, ci rivediamo al bar, arrivo con la mia macchina, la cui linea desta sempre una profonda ammirazione. Questa volta sul tetto risplende un sole estivo, spettacolare si ma si infuoca facilmente, sia santa l'aria condizionata.
Si parla di ieri, li prendo in giro sulla gradita compagnia che mi hanno fatto.
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"Quando volete... ovviamente, guido io"
Bravo..bel racconto!! Molto particolareggiato e dettagliato.....scritto anche molto bene!! Complimenti, fanne altri, che vedrai saran graditi!!
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ti dò l'illusione di sorpassarmi, poi quando 6 a metà col sorriso, schiaccio tutto per levartelo
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  #3  
Vecchio 29-08-2014, 21.10.03
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bellissima caro quadrifoglio...unico appunto...l'alfetta non montava il twin spark........grande racconto scritto splendidamente
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  #4  
Vecchio 29-08-2014, 22.41.06
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Appunto necessario e graditissimo! sono qui per imparare!
Per il resto grazie dei commenti positivi e della lettura é bello quando il proprio lavoro piace.
PS. Anche senza Twin Spark l'Alfetta me la farò comunque un giorno :P
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Mi toglievo il cappello ogni volta che vedevo passare un'Alfa. -Mr. Henry Ford.

Ultima modifica di QuadrifoglioSalernitano : 29-08-2014 alle ore 22.47.28.
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  #5  
Vecchio 30-08-2014, 13.13.20
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grande
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  #6  
Vecchio 31-08-2014, 18.05.34
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beh su l'alfetta c'era il bialbero XD
mi fa piacere vedere gente a cui piace ancora scrivere, bob ti abbiamo trovato compagnia XD XD XD XD
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Per capire un'Alfista bisogna rinunciare alla razionalità e lasciare libero il proprio cuore
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  #7  
Vecchio 13-09-2014, 22.16.35
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Colgo l'occasione per ringraziare ancora una volta lettori e commentatori. E poi? Beh, mi accingo al secondo raccontino di questa collana romanzata, siamo al numero due dei racconti del Quadrifoglio.

E' una delle giornate più plumbee di questa "Estate". Cosa davvero anomala visto il nome di questa stagione, eppure tutti voi, amici lettori di diverse parti d'Italia, potete testimoniare che la pioggia ci ha fatto compagnia svariate volte, sopratutto nel mese di Luglio. E' infatti una giornata del mese numero 7 del calendario quella in questione, un giorno estivo qualunque, dove scendi alle 9 del mattino e ti accorgi che c'è già un certo tepore per strada... che tutto ciò faccia presagire un'inversione di tendenza rispetto alla pioggia dei giorni scorsi? E chi lo sa.
Fatto sta che la giornata, parafrasando una nota trasmissione televisiva, si mantiene sul Sereno/Variabile fino alle prime ore del pomeriggio.
Tutto a un tratto, sulla cresta delle montagne, si nota in rapido avvicinamento un fronte nuvoloso nero, quasi come la mia nasona, sulla quale sono in giro per diversi motivi, insieme a due amici che studiano con me. Beh, con il bagagliaio che trasporta un paio di zaini pieni di indumenti da portare in lavanderia e l'immancabile vanghetta da trincea per le nevicate abbondanti, questa 147 nera e i suoi occupanti si muovono per le strade dell'Aquila. Gli occhi tripli della bella di Pomigliano sonno fissi sull'asfalto che mette sotto i suoi pneumatici Bridgestone, da poco ripassati con una giusta dose di nero per gomme;Io, suo innamorato conducente, sono altrettanto concentrato, ma ogni tanto lancio qualche occhiata preoccupata al fronte nero in avvicinamento, memore delle lezioni di meteorologia apprese sul mare. Gli amici? Beh, non fanno altro che indicare con le loro dita quell'ondata di pece in arrivo.
Non siamo sul mare, questo è certo, cosa può mai fare un po' di vento o una bella scaricata d'acqua? Dimentichiamo che siamo su strade serpeggianti e che amano salire e scendere, un po' come le onde del mio amato e lontano mare. Eppure, sicuro della tenuta della mia 147 e delle sue 4 basi d'appoggio di qualità, continuo a godermi quegli ultimi minuti di guida asciutta, sperando di non trovare troppa gente alla lavanderia.
Ultimi minuti dicevo, beh, avevo ragione. Nel giro di 5 minuti viene giù quel che in Campania è detto "patapat" d'acqua, naturalmente preceduto da una bella raffica di grandine con chicchi grandi come noccioline.
E' tutto un lampo, in maniera meccanica e controllata la suola delle mie Superga blu diminuisce la pressione sul biscione che custodisce il pedale dell'acceleratore, giocando con gli altri due di frizione e freno. Mentre rallento non posso far altro che pensare al mese scarso di "vita" della mia auto, pregando che la grandinata finisca presto. Per fortuna è così, la grandine lascia spazio ad una fittissima pioggia, i tergicristalli a stento tengono a bada le gocce scaraventate sul parabrezza dal vento. Come temporale estivo non c'è male, ironizzo stoicamente sul mio parasole, sul quale sono stampati diversi tipi di pesce, in quel momento gli unici veri assenti.
L'asfalto è completamente ricoperto dall'acqua, la stabilità ne risente. Di comune accordo decidiamo che i panni possono aspettare, meglio bivaccare da qualche parte e aspettare di poter utilizzare la patente B invece di quella nautica.
Il parcheggio di un noto centro commerciale può andar bene, visto che le strade ormai sono insicure, meglio starvi lontano. Quelle poche centinaia di metri che ci separano dal ricovero all'aperto mi mettono alla prova. Le 4 frecce e i fari accesi evidenziano un'andatura lenta ma quanto possibile controllata della nasona, che dolcemente fende col muso aggressivo la cascata d'acqua che vien giù dal cielo, i Turanza con decisione fanno spazio al nostro percorso. Sulle salite se non sto attento si pattina, sotto il sedile sento letteralmente scorrere la poca potenza necessaria sull'imponente massa d'acqua. Non accenna a smettere, ma tra qualche imprecazione e benedizione riusciamo ad arrivare al parcheggio.
E' filato tutto liscio, fatta eccezione per il tizio con il Ducato che ha deciso di reinventarsi i rotatori e filare dritto davanti a noi, forse accecato dall'acqua. Una strombazzata di clacson e qualche impropero del mio passeggero, che spingono il maldestro autista del furgone a correggere l'andatura, mi consentono di conservare l'estetica del mio gioiello nero a quattro ruote, fermo restante la voglia irrefrenabile di controllare gli eventuali danni della grandine.
Una buca celata da una pozzanghera di fango ci regala un lieve effetto "rally", con un'onda d'acqua marrone che si abbatte su tutta la fiancata destra, nonostante la velocità ridotta.
Fatta la salita del centro, non senza qualche difficoltà, posso spegnere il motore e abbandonarmi al frastuono della pioggia sul tettuccio.
Da buon comandante di unità navale dispongo che nessuno abbandoni il mezzo, vista l'intensità della pioggia mi ritroverei parte degli interni "modello pulcino". Ovviamo al problema facendoci una bella chiacchierata sull'estate che non c'è.
Dopo una ventina di minuti, in maniera graduale ma rapida, smette di diluviare. E' il temuto momento della verifica. Il suono delle portiere che si aprono è il segnale ufficiale di fine delle ostilità.
Inspiro a fondo, scendo evitando una pozzanghera, mi affaccio sul tettuccio. Ispezione rapida ma puntigliosa, cofano incluso. Le grandi macchie d'acqua sembrano quasi voler coprire qualcosa... controllo meglio e tiro un sospiro di sollievo, nessun effetto scolapasta, la carrozzeria ha fatto bene il suo dovere. In compenso mi ritrovo una decalcomania tribale color fango sul lato destro, che poi ho provveduto a lavare via alla pompa più vicina.
La temperatura è scesa di colpo, abbiamo i brividi nelle nostre polo a maniche corte. Dove ci porterà la mia Alfa dopo averci scaldati? Beh, è il mese di Luglio! Dopo aver messo i panni in ammollo in lavanderia, gli occhi della mia nasona restano fissi su un bar particolare. Siamo tutti e 3 a farci una cioccolata, sotto il suo sguardo vigile.
La riguardo sempre da dentro, come ho l'abitudine di fare dalle vetrine, dicendole con il pensiero. "Ehi, se potessi berla, te ne darei! In fondo te la sei meritata... ma dammi tempo, non appena inizia l'estate per davvero, tornerai lavata come nuova, magari con una passata di cera".
Avrei giurato che nella cioccolata non ci fossero alcolici o sostanze psicotrope. Ma vi assicuro che l'occhiolino me lo ha fatto
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bellabella davvero caro quadrifoglio...di nuovo complimenti
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