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Vecchio 24-08-2014, 14.55.36
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Originalmente inviato da QuadrifoglioSalernitano Visualizza messaggio
Lo avevo in qualche modo annunciato nel mio post di presentazione: mi piace scrivere! Premessa che non sempre il lavoro mi permette di dedicarci tempo, però meglio piano e fatto bene che frequentemente e "arrunzat", tanto per usare un'espressione locale.
Allora perchè non far convolare a nozze due passioni forti, che si collegano entrambe direttamente al cuore, quel cuore che, come ci piace dire, ha sempre ragione? Storie della strada... lo immaginavo già non appena lessi il titolo di questa sezione del forum. Unire le emozioni provate con le nostre Alfa a quelle della carta stampata? Va bene, siamo su un forum, la scrittura è fatta di pixel, ma ci arrangiamo.
Questa qui è basata su una guida fatta personalmente, seppur "romanzata":

Avete mai provato la Costiera Amalfitana di notte? Io si. E' qualcosa di unico al mondo, bello come un'aurora boreale o come l'impeto di una legione. Se poi a farti compagnia c'è una 147 più nera della notte stessa, con le sue lucine interne rosse, a pan tan con le cuciture dei tappetini, è una gioia cromatica.
Quelli del posto vi diranno "ma sei matto? In Costiera con la tua macchina? Ma come fai?". Non hanno tutti i torti. Nel periodo estivo è trafficata quasi sempre, per la gioia dei motociclisti. Eppure, chi la conosce, sa che ci sono dei momenti in cui si scopre tutto il piacere di guidare. La strada è deserta, la striscia bianca, rigorosamente continua, risplende sotto gli occhioni a goccia che illuminano il percorso. L'orologio di bordo segna una qualche ora a cifre piccole, non ci faccio tanto caso, così come non bado alla comitiva di amici che mi porto in macchina, ne fosse rimasto uno solo sveglio! Ma non è un problema, ho buona compagnia... il paesaggio, il logo smaltato che ruota insieme al volante nero, gli aghi di contagiri e tachimetro che vanno su e giù, il mio disco preferito e quel rombo sommesso di un 1.9 JTDm poco davanti, nulla di paragonabile al Twin Spark di una Alfetta, sogno nel cassetto di un domani ancora remoto, ma sicuramente concilia il sonno dei miei amici e la mia voglia di guidare.
Da Amalfi a Salerno non è molto, sono soltanto 25 km, ma la strada è impegnativa, fatta di curve e tornanti. Senza traffico e senza correre si parla di 40/50 minuti. Ma a quell'ora della notte ogni metro percorso è speciale. La vista del chiaro di luna sul mare, i riflessi sulla nasona nera, i dolci giochi della fisica su vettura, passeggeri e conducente. Gli pneumatici, da poco ripassati con una giusta dose di nero per gomme, risplendono alla luce dell'astro d'argento, curvano dolcemente sull'asfalto consumato della strada statale 163, croce e delizia degli amanti della Costa d'Amalfi. Mi superano due motociclisti, stranamente non corrono neanche loro, probabilmente rapiti dallo stesso fascino che mi pervade, sembrano quasi godersi il momento, così come me. Non parlo, ho preso soltanto una Lemon Soda a dispetto della diavoleria trangugiata dai miei amici, ma il guidatore designato ha i suoi pro, se poi questa figura è un Alfista, beh, tanto di guadagnato.
La strada fugge sotto la macchina, le curve mi permettono di intravedere lei, Salerno. Non posso fare a meno di fermarmi in una piazzola a godermi l'atmosfera. I ragazzi continuano a dormire, a tratti anche rumorosamente. In momenti come questi capisco che il Nokia Lumia di fascia bassa lascia a piedi, perchè non avendo il flash non posso fare nè una foto alla mia nasona, nè alla vista, nè a tutte e due. Aspetto un po', ascolto i flutti, a me tanto cari in qualità di velista, mi sgranchisco le gambe, mando un paio di messaggi a chi è ancora sveglio e accetta di farmi compagnia. Una delicata brezza mi accarezza il volto, sarebbe perfetta per navigare. Ma stasera guido, e ho tre amici da riportare a casa. Prima di andare mi improvviso "appoggiatore seriale" sul lato della mia macchina, altri due messaggi e via. Giro la chiave, si riaccendono le luci e proseguo.
Arrivato in città faccio il giro per riportare a casa i miei compagni di viaggio silenziosi. Li sveglio con una gomitata e un amichevole "stamm a' cas", l'equivalente dialettale di "siamo arrivati a casa", pungente al punto giusto per ridestare i signori viaggiatori dal loro sonno.
Alla fine rincaso e con cura parcheggio la mia Alfa nel garage, preciso chirurgicamente per non fare danni nè allo scooter di papà nè all'armadio bianco del quale tante volte ho chiuso la porta con il posteriore.
Vado a nanna.

Il giorno dopo, ci rivediamo al bar, arrivo con la mia macchina, la cui linea desta sempre una profonda ammirazione. Questa volta sul tetto risplende un sole estivo, spettacolare si ma si infuoca facilmente, sia santa l'aria condizionata.
Si parla di ieri, li prendo in giro sulla gradita compagnia che mi hanno fatto.
"Uagliù, allora quando ce la facciamo un'altra passeggiata?"
Sorrido e sorseggio il mio Crodino. Rispondo fissando poi il naso della mia 147.
"Quando volete... ovviamente, guido io"
Bravo..bel racconto!! Molto particolareggiato e dettagliato.....scritto anche molto bene!! Complimenti, fanne altri, che vedrai saran graditi!!
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ti dò l'illusione di sorpassarmi, poi quando 6 a metà col sorriso, schiaccio tutto per levartelo
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