Visualizza messaggio singolo
  #7  
Vecchio 13-09-2014, 21.16.35
L'avatar di QuadrifoglioSalernitano
QuadrifoglioSalernitano QuadrifoglioSalernitano non è connesso
New Entry
 
Data registrazione: 28-07-2014
Messaggi: 5
Predefinito

Colgo l'occasione per ringraziare ancora una volta lettori e commentatori. E poi? Beh, mi accingo al secondo raccontino di questa collana romanzata, siamo al numero due dei racconti del Quadrifoglio.

E' una delle giornate più plumbee di questa "Estate". Cosa davvero anomala visto il nome di questa stagione, eppure tutti voi, amici lettori di diverse parti d'Italia, potete testimoniare che la pioggia ci ha fatto compagnia svariate volte, sopratutto nel mese di Luglio. E' infatti una giornata del mese numero 7 del calendario quella in questione, un giorno estivo qualunque, dove scendi alle 9 del mattino e ti accorgi che c'è già un certo tepore per strada... che tutto ciò faccia presagire un'inversione di tendenza rispetto alla pioggia dei giorni scorsi? E chi lo sa.
Fatto sta che la giornata, parafrasando una nota trasmissione televisiva, si mantiene sul Sereno/Variabile fino alle prime ore del pomeriggio.
Tutto a un tratto, sulla cresta delle montagne, si nota in rapido avvicinamento un fronte nuvoloso nero, quasi come la mia nasona, sulla quale sono in giro per diversi motivi, insieme a due amici che studiano con me. Beh, con il bagagliaio che trasporta un paio di zaini pieni di indumenti da portare in lavanderia e l'immancabile vanghetta da trincea per le nevicate abbondanti, questa 147 nera e i suoi occupanti si muovono per le strade dell'Aquila. Gli occhi tripli della bella di Pomigliano sonno fissi sull'asfalto che mette sotto i suoi pneumatici Bridgestone, da poco ripassati con una giusta dose di nero per gomme;Io, suo innamorato conducente, sono altrettanto concentrato, ma ogni tanto lancio qualche occhiata preoccupata al fronte nero in avvicinamento, memore delle lezioni di meteorologia apprese sul mare. Gli amici? Beh, non fanno altro che indicare con le loro dita quell'ondata di pece in arrivo.
Non siamo sul mare, questo è certo, cosa può mai fare un po' di vento o una bella scaricata d'acqua? Dimentichiamo che siamo su strade serpeggianti e che amano salire e scendere, un po' come le onde del mio amato e lontano mare. Eppure, sicuro della tenuta della mia 147 e delle sue 4 basi d'appoggio di qualità, continuo a godermi quegli ultimi minuti di guida asciutta, sperando di non trovare troppa gente alla lavanderia.
Ultimi minuti dicevo, beh, avevo ragione. Nel giro di 5 minuti viene giù quel che in Campania è detto "patapat" d'acqua, naturalmente preceduto da una bella raffica di grandine con chicchi grandi come noccioline.
E' tutto un lampo, in maniera meccanica e controllata la suola delle mie Superga blu diminuisce la pressione sul biscione che custodisce il pedale dell'acceleratore, giocando con gli altri due di frizione e freno. Mentre rallento non posso far altro che pensare al mese scarso di "vita" della mia auto, pregando che la grandinata finisca presto. Per fortuna è così, la grandine lascia spazio ad una fittissima pioggia, i tergicristalli a stento tengono a bada le gocce scaraventate sul parabrezza dal vento. Come temporale estivo non c'è male, ironizzo stoicamente sul mio parasole, sul quale sono stampati diversi tipi di pesce, in quel momento gli unici veri assenti.
L'asfalto è completamente ricoperto dall'acqua, la stabilità ne risente. Di comune accordo decidiamo che i panni possono aspettare, meglio bivaccare da qualche parte e aspettare di poter utilizzare la patente B invece di quella nautica.
Il parcheggio di un noto centro commerciale può andar bene, visto che le strade ormai sono insicure, meglio starvi lontano. Quelle poche centinaia di metri che ci separano dal ricovero all'aperto mi mettono alla prova. Le 4 frecce e i fari accesi evidenziano un'andatura lenta ma quanto possibile controllata della nasona, che dolcemente fende col muso aggressivo la cascata d'acqua che vien giù dal cielo, i Turanza con decisione fanno spazio al nostro percorso. Sulle salite se non sto attento si pattina, sotto il sedile sento letteralmente scorrere la poca potenza necessaria sull'imponente massa d'acqua. Non accenna a smettere, ma tra qualche imprecazione e benedizione riusciamo ad arrivare al parcheggio.
E' filato tutto liscio, fatta eccezione per il tizio con il Ducato che ha deciso di reinventarsi i rotatori e filare dritto davanti a noi, forse accecato dall'acqua. Una strombazzata di clacson e qualche impropero del mio passeggero, che spingono il maldestro autista del furgone a correggere l'andatura, mi consentono di conservare l'estetica del mio gioiello nero a quattro ruote, fermo restante la voglia irrefrenabile di controllare gli eventuali danni della grandine.
Una buca celata da una pozzanghera di fango ci regala un lieve effetto "rally", con un'onda d'acqua marrone che si abbatte su tutta la fiancata destra, nonostante la velocità ridotta.
Fatta la salita del centro, non senza qualche difficoltà, posso spegnere il motore e abbandonarmi al frastuono della pioggia sul tettuccio.
Da buon comandante di unità navale dispongo che nessuno abbandoni il mezzo, vista l'intensità della pioggia mi ritroverei parte degli interni "modello pulcino". Ovviamo al problema facendoci una bella chiacchierata sull'estate che non c'è.
Dopo una ventina di minuti, in maniera graduale ma rapida, smette di diluviare. E' il temuto momento della verifica. Il suono delle portiere che si aprono è il segnale ufficiale di fine delle ostilità.
Inspiro a fondo, scendo evitando una pozzanghera, mi affaccio sul tettuccio. Ispezione rapida ma puntigliosa, cofano incluso. Le grandi macchie d'acqua sembrano quasi voler coprire qualcosa... controllo meglio e tiro un sospiro di sollievo, nessun effetto scolapasta, la carrozzeria ha fatto bene il suo dovere. In compenso mi ritrovo una decalcomania tribale color fango sul lato destro, che poi ho provveduto a lavare via alla pompa più vicina.
La temperatura è scesa di colpo, abbiamo i brividi nelle nostre polo a maniche corte. Dove ci porterà la mia Alfa dopo averci scaldati? Beh, è il mese di Luglio! Dopo aver messo i panni in ammollo in lavanderia, gli occhi della mia nasona restano fissi su un bar particolare. Siamo tutti e 3 a farci una cioccolata, sotto il suo sguardo vigile.
La riguardo sempre da dentro, come ho l'abitudine di fare dalle vetrine, dicendole con il pensiero. "Ehi, se potessi berla, te ne darei! In fondo te la sei meritata... ma dammi tempo, non appena inizia l'estate per davvero, tornerai lavata come nuova, magari con una passata di cera".
Avrei giurato che nella cioccolata non ci fossero alcolici o sostanze psicotrope. Ma vi assicuro che l'occhiolino me lo ha fatto
__________________
Mi toglievo il cappello ogni volta che vedevo passare un'Alfa. -Mr. Henry Ford.
Rispondi citando